Segnalazioni

Villa Selvatico Sartori: una bella signora violata dall’uomo moderno

Quanti di voi hanno visto l'ultimo film di Carlo Mazzacurati: La sedia della felicità?
E in quanti avete provato a digitato in google maps via Bertilla Boscardin per scoprire dove è nascosto il tesoro?

Se lo avete fatto non l'avete trovato. Il vero indirizzo è:

viale Sant'Elena, Battaglia Terme (Pd) che corrisponde a Villa Selvatico-Sartori

Mi piace pensare che Mazzacurati l'abbia scelta perché colpito da questo pezzo di storia veneta violato da scelte scellerate degli uomini.

Nei primi anni del novecento parte del suo parco è stato ceduto all'Inps per realizzare un complesso termale, inaugurato negli anni trenta, del quale oggi restano solo edifici dismessi.
In tempi più recenti è stata restaurata per trasformarla in una residenza di lusso con appartamenti, zona relax, enoteca, campi da tennis e golf. Ma il sogno, forse troppo ambizioso, si è concluso con un'asta giudiziaria.

Così le serre, le barchesse e il giardino - ispirato ai Campi Elisi e al lago Averno descritti da Virgilio nel sesto libro dell'Eneide - opere di Giuseppe Jappelli sembrano lasciati al loro destino.

Il Sig. Stefano, che da anni se ne prende cura, accoglie su appuntamento chi per qualche strana ragione si imbatte in questa villa e decide di visitarla.

Per il resto continua a essere un luogo vuoto e sconosciuto ai più, circondato dall'incuria che cancella la storia che l'ha vista dimora di marchesi, conti e Residenza Ufficiale del Re d'Italia durante la prima guerra mondiale per gli incontri con re e ambasciatori.

Non si comprende il motivo di tanta solitudine, altre ville venete sono diventano scenari per eventi, proiezioni e conferenze, invece Villa Selvatico-Sartori è lì, in vetrina, come una bella statuina di porcellana finissima che nessuno nota.

E così i fantasmi seicenteschi fanno il bagno tutti soli nei suoi laghetti di acqua termale, cenano nelle saloni affrescati e pregano nella piccola cappella dell'anno mille dedicata a Sant'Elena che da il nome alla collina su cui la villa sorge.

Villa Selvatico Sartori

Costruzione: 1593 -1650

Scalinata di ingresso: centoquarantaquattro gradini in trachite realizzati dallo scalpellino-architetto Tomio Sforzan

Interni: estate 1650 Luca Ferraro, detto Luca da Reggio affresca le pareti dei bracci lunghi della croce del piano nobile con quattro episodi del mito di Antenore fondatore di Padova: la fuga da Troia; Licaone figlio di Antenore consacra il pugnale ad Apollo in Delfi; la vittoria di Antenore su Valesio re degli Illiri; la fondazione di Padova. L'incrocio dei due bracci è decorato con una architettura illusionistica che riproduce una loggia. Alessandro Varotari, detto il Padovanino, affresca nell'ottagono che si gorla all'incrocio dei bracci la gloria della famiglia Selvatico. Al secondo piano Lorenzo Bedogni affrescò la cupola con un colonnato al quale si affacciano divinità dell'Olimpo con al centro la rosa dei venti datata 1648.

Barchessa, serre e giardino progettati da Giuseppe Jappelli a metà dell'800.

Chiesa di Sant'Elena risale al 1100 ed è stata ampliata nel 1596.

di Rossana Certini dal blog www.arredalamente.com


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