Segnalazioni

Festa dell'Intercultura alla scuola ex Copernico di Padova

Alla scuola secondaria di primo grado "ex Copernico", succursale della Donatello, i sorrisi di quanti sono venuti a scuola per partecipare alla Festa dell'Intercultura, fortemente voluta dai docenti, approvata dalla dirigente e realizzata con l'aiuto fattivo di molti genitori.

Uno dei motivi per cui mia figlia è in questa scuola e non in quella del mio Comune è la rappresentanza culturale diversificata, l'esigenza educativa di farle conoscere un mondo il più possibile vicino al reale, la possibilità di scambio e arricchimento. Era ora, dunque, che al terzo e ultimo anno avessimo il privilegio di vivere una mattinata così.

Festa dell'Intercultura e dell'Incontro

Ieri mattina, penultimo giorno di scuola, i cancelli si sono aperti alle 11,30 per accogliere i familiari degli studenti che hanno potuto liberarsi dal lavoro e volevano venire ad assistere alla sintesi del tanto lavoro fatto durante l'anno da ragazzi e docenti sul tema dell'Interculturalità, del razzismo, dell'accoglienza, dell'arricchimento nella diversità, sui valori e il significato della nostra costituzione, le grandi guerre, i fascismi (ricordo che inneggiare al fascismo è un reato, dichiararsi anti-fascista dunque non lo è), le tante storie di genocidi di massa nel tempo e nello spazio, oggi come ieri.

Non posso qui farvi la narrazione di due ore di dialogo fra le tante voci, musiche, parole. Vi dico quello che mi ha colpito più profondamente e cioè la lettura del terzo articolo della nostra costituzione in italiano e altre dodici lingue, mentre i testi tradotti scorrevano sullo schermo.

La costituzione italiana fa il giro del mondo

Proprio su questo momento vorrei soffermarmi. I ragazzi hanno preparato i testi, hanno letto questo meraviglioso frutto del lavoro della costituente italiana nella loro lingua d'origine. Provate a pensare a cosa ha provato chi "straniero" è nato qui, ascolta la lingua dei genitori a casa e alle volte non la parla pur comprendendola, oppure non la legge perché non ha una scuola in cui imparare; provate a pensare cosa hanno provato i genitori a sentire i loro figli parlare italiano e poi la lingua delle origini e ricevere il dono di poter conoscere attraverso la voce degli stessi figli quello che dovrebbe essere uno dei pilastri della società in cui sono venuti a vivere, lavorare, amare, soffrire e morire. I figli, il loro ponte verso una vita un po' meno "straniera".

Provate a comprendere l'applauso particolare ricevuto da una ragazza arrivata dall'est tre mesi fa e oggi capace di leggere in Italiano la sua parte in modo fluente oppure il ragazzo pakistano che in casa parla urdu e inglese e ha dato tanto calore e forza alla sua parte di "I have a dream"! Hanno meritato questo applauso speciale e spero che gli altri non si siano sentiti sminuiti, anzi siano stati orgogliosi dei loro compagni, dei figli degli altri.

La scuola, i figli e il cibo: ponti fra culture

Ma il culmine della giornata doveva ancora arrivare: mentre si chiudevano le attività in auditorium un gruppo di genitori ha cominciato ad allestire nel vicino parco pubblico i tavoli prestati dalla parrocchia con ogni ben di dio (chissà di quale Dio si è trattato?): specialità di tanti paesi quanti quelli rappresentati nella scuola (regioni italiane comprese) accompagnate dal nome del piatto e dagli ingredienti. Ci credereste? La teglia finita per prima è stata la pizza, ma poi le circa 150 persone arrivate sciamando dalle case e dalla scuola si sono affollate curiose ad assaggiare e chiedere: couscous tunisini o marocchini? Foglie di vite ripiene: saranno albanesi, libanesi, rumene o moldave? Involtini fritti ripieni cinesi? No del Bangladesh; e chi non mangia maiale? Forza, che puoi assaggiare la caponata siciliana. Fantastica la frittata di spaghetti: bisogna confrontarla con gli spaghetti di soja con verdure! E quando credevamo di poterci dedicare ai dolci tradizionali è arrivata ancora una pentola con i fagioli alla messicana e le tortillas. Però con il peperoncino, non vale, sono stati indietro per non imbizzarrire nessuno!

Credete che sia stato facile? No, certo. Ma ce l'abbiamo fatta. Ora sono certa che convivere sarà più facile. E, guardate, non solo tra italiani e stranieri, ma anche tra le altre nazionalità che nutrono tra loro gli stessi pregiudizi. Forse prima di sparare a zero si proverà cortesemente a chiedere. E poi dire grazie. In tutte le lingue del mondo. E mi riferisco ai genitori, perché i ragazzi stanno già crescendo insieme, e sono molto più avanti di noi.

Vigodarzere (PD) 10/06/2015

Debora Casalini - Rappresentante 3° E, Scuola ex Copernico V IC Padova


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