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Workshop “Interplay” al Voice music center

Cosa vuol dire interplay? Improvvisare e relazionarsi con i musicisti è un argomento che interessa anche i cantanti?Scambiamo quattro chiacchiere con una nostra grande amica, Enrica Bacchia.

Vocal coach, insegnante, performer, ricercatrice. È ideatrice del Progetto musica percettiva, frutto di oltre cinquant’anni di esperienza nel campo dello spettacolo.

Collabora inoltre alla diffusione dei corsi di Consapevolezza Vocale® basati su ricerche assolutamente all’avanguardia in campo musicale.

Enrica è membro del Comitato Scientifico Artistico Ìnin – One earth choir, il più grande coro della Terra che vede la partecipazione di oltre 3.527.265 di persone di 60 Nazioni, promosso dall’Associazione Culturale Vocal Sound di Lugano.

– Cosa vuol dire per te improvvisare?

Premetto che improvvisare in musica non è un fare senza preparazione (mi improvviso cuoco ma non so cucinare, tanto per fare un esempio) ma significa esattamente l’opposto: essere pronti a creare mantenendosi aperti a cavalcare l’onda (sonora/musicale) usando sapientemente tutto il bagaglio di esperienza e conoscenza che ci contraddistingue come individui.

– Dunque non solo il jazz è un genere di musica che prevede l’improvvisazione?

È possibile applicare l’improvvisazione non solo a generi musicali molto distanti dal jazz ma in tutti i contesti artistici (danza, teatro, pittura e via dicendo) e non.

– Come definiresti la relazione tra musicisti e cantanti?

Viene definita interplay, quella sorta di intesa tra musicisti, che dovrebbe essere il presupposto per ogni buona esibizione: più personalità che, creando, si fondono in una sola. Questa sorta di consonanza deve nascere innanzitutto dalla propria esperienza, ma anche dalla consapevolezza del momento musicale che si sta vivendo, dal gusto personale, dal proprio senso estetico, dall’apertura mentale, dalla cultura d’origine e via dicendo, non dimenticando mai un pizzico di sana umiltà.

Interplay è relazione: cantare o suonare separati dal gruppo porta a esibizioni in cui regna la dissociazione; ognuno esegue il brano senza nessuna empatia, freddamente. Non si accende la magia e il pubblico non ne è toccato. Nella relazione la mia persona è parte di un gruppo (duo, trio, orchestra, famiglia, Paese, ecc.); è il gruppo che contribuisce al risultato finale e io sono parte del gruppo. In questo caso il gioco è: la modalità con cui intervengo contribuisce davvero al risultato ottimale che il gruppo insegue? So davvero cogliere, aperta a trecentosessanta gradi? Quanto so osare e mettermi in gioco? Come controllo senza controllare?
Connessione: se sono veramente connessa e radicata, mentre canto, conosco, anticipandolo di una frazione di secondo, il percorso: so sempre e contemporaneamente dove mi porta la strada che ho scelto, la strada che il gruppo ha scelto, la strada che insieme percorreremo attimo dopo attimo. E qui si inserisce il gioco creativo e nasce la magia.

Enrica Bacchia terrà un workshop dal titolo “Interplay” sabato 4 marzo.

Quota di partecipazione 80 euro.

PER INFO:

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