Eventi

Valerio Valentini, vincitore della XV edizione del Premio Campiello Opera Primo al Bo

La Giuria dei Letterati ha proclamato il vincitore della XV edizione del Premio Campiello Opera Prima. Valerio Valentini, abruzzese classe 1991, riceverà il prestigioso premio nella finalissima del Premio Campiello, il prossimo settembre sul palco della Fenice di Venezia ma potrà festeggiare la sua vittoria già venerdì 1° giugno quando tornerà ospite del festival “Da giovani promesse...”, alle 17.30 nel Cortile Antico del Bo, insieme a Filippo Tapparelli, vincitore del XXXI Premio Calvino con “L’inverno di Giona” e Giulio Nardo, menzione speciale Treccani del XXXI Premio Calvino.

Valentini, con il romanzo vincitore “Gli 80 di Camporammaglia” (Laterza, 2018), già sabato 19 maggio è stato ospite di Progetto Giovani.

Gli ottanta di Camporammaglia

Camporammaglia è un paese come ce ne sono tanti nell’entroterra abruzzese, fagocitato dagli Appennini a 800 metri d’altezza, a mezz’ora di macchina dal primo supermercato. Ci vivono, in una orgogliosa e disperata indifferenza rispetto al resto dell’universo, più o meno ottanta persone, tutte con gli stessi due o tre cognomi, tutte aggrappate a un’apatia che le protegge e le condanna. Ma l’idillio è solo apparente, l’inviolabilità delle leggi dei padri è inevitabile che crolli quando la Storia finalmente irrompe, anche a Camporammaglia. Il terremoto, nella primavera del 2009, arriva a sconvolgere quell’intricato garbuglio di relazioni che da sempre tiene uniti gli abitanti del posto. E così, com’è già avvenuto in passato di fronte a eventi più o meno epocali – poco importa che si trattasse del prolungamento della statale, della costruzione della piazza o della comparsa della prima televisione – Camporammaglia muta nella sua eterna fissità: continua ad arrendersi, e a resistere, come rimanendo sull’orlo di una capitolazione che però non avviene mai del tutto.

Gli 80 di Camporammaglia è un romanzo corale, un intrico di storie dense di coraggio e afflizione, un racconto che con impeto realista testimonia di un modo di stare al mondo che sembra già appartenere a un’epoca superata.
Valerio Valentini nasce a L’Aquila il 24 ottobre del 1991. Cresciuto a Collemare, piccolo paese sugli Appennini abruzzesi, nel 2010 si trasferisce a Trento per frequentare l’Università. Un Erasmus in Inghilterra, un altro in Francia. Nel frattempo collabora con Minima & Moralia, Internazionale.it e Articolo21 ed entra a far parte della redazione della webzine 404:FileNotFound. Nel 2015 si laurea in Lettere moderne, con una tesi sulla descolarizzazione. A Roma studia da giornalista, scrive per Ilfattoquotidiano.it e per Il Foglio. Dalla fine del 2017 vive a Torino, dove collabora con il Corriere della Sera.

Dettagli

Gran finale, venerdì 1 giugno dalle 17.30 tra le colonne del Cortile Antico del Bo, per la settima edizione della rassegna che valorizza, promuove e diffonde la letteratura e la narrativa giovane o esordiente italiana e internazionale.
Dopo venti appuntamenti dedicati ai libri, alla loro lettura e alla discussione con gli autori, “Da giovani promesse...” dedica l’ultima serata a due importanti premi letterari nazionali: il Premio Campiello Opera Prima, che riconosce il valore di un’opera prima edita, e il Premio Calvino che, da oltre trent’anni, dà valore ai manoscritti e presenta ai lettori le migliori opere inedite con l’auspicio di una vicina pubblicazione.
Anche quest’anno la serata è introdotta dai rappresentanti istituzionali dei due premi: Luxardo Franchi, Presidente del Comitato di gestione del Premio Campiello, e Mario Marchetti, Presidente del Premio Calvino. Con loro, Emanuela Canepa, padovana vincitrice della scorsa edizione del Calvino con il romanzo “L’animale femmina” da poco pubblicato da Einaudi, già ospite di “Da giovani promesse...” nel corso della scorsa edizione.
Ma i veri protagonisti della serata sono i neoeletti vincitori dei prestigiosi premi. 

Nominato a pochi giorni dalla sua presenza al festival padovano, Valerio Valentini si è aggiudicato la XV edizione del Premio Campiello Opera Prima con il romanzo “Gli 80 di Camporammaglia” (Laterza), "un romanzo corale, un intrico di storie dense di coraggio e afflizione, un racconto che con impeto realista testimonia di un modo di stare al mondo che sembra già appartenere a un’epoca superata".
Al romanzo inedito “L’inverno di Giona” di Filippo Tapparelli, il 22 maggio scorso è stato consegnato il Premio Calvino per la sua "grande forza visionaria: nel testo, con stile rarefatto, un allucinato mondo mentale si trasforma in un mondo fisico insieme minuziosamente reale e sottilmente simbolico. Un potente e struggente giallo analitico in cui la verità si sfrangia in tanti rivoli, toccando i temi della colpa, del castigo, del bisogno umano di riconoscimento".

Con altrettanto orgoglio cittadino, al padovano Giulio Nardo è andata la menzione Treccani del Premio Calvino per “Sinfonia delle nuvole” "per la capacità di trovare nella linearità e nella precisione una personale cifra di libertà, attraverso l’adozione di una lingua che piegandosi allo svolgersi del racconto, lontana dalla tentazione di virtuosismi ma allo stesso tempo mai placida, rimane creativa e imprevedibile, capace, attraverso un’accorta differenziazione dei registri lessicali, di portare il lettore dentro il romanzo accompagnandone la lettura in un equilibrio dinamico fra trama e parola".

La rassegna “Da giovani promesse...”

Giunta alla settima edizione, dal 16 maggio al 1 giugno, “Da giovani promesse...” torna a parlare di scritture. Nata nel 2018, il suo titolo “Da giovani promesse…” parafrasa l’affermazione del critico Alberto Arbasino che descrive l’evoluzione della carriera di uno scrittore che, nato come giovane promessa, spesso attraversa la fase del “solito stronzo” per poi diventare un venerato maestro.
Presentazioni letterarie, incontri di approfondimento, workshop e gruppi di lettura, senza dimenticare gli appuntamenti rivolti alle scuole: il festival nasce con l’intenzione di coinvolgere un pubblico eterogeneo e rendere protagonisti i giovani e i loro talenti.
I moderatori sono giovani professionisti dell’editoria, critici o scrittori a loro volta, e studiosi dell’Università, che portano il proprio contributo in un confronto “alla pari” con gli autori, coinvolgendo il pubblico in un dibattito sulle forme del racconto e sulla giovane narrativa italiana e internazionale.


Si parla di