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Stagione di prosa, “La donna leopardo" al teatro Verdi

Dopo il grande successo di pubblico e critica riscontrato al Piccolo Teatro di Milano, Michela Cescon, pluripremiata attrice trevigiana, debutta in Veneto con la sua prima regia teatrale portando sul palcoscenico l’ultimo romanzo di Alberto Moravia: La donna leopardo, una co-produzione di Teatro di Dioniso e Teatro Stabile del Veneto con Olivia Magnani, Valentina Banci, Paolo Sassanelli e Daniele Natali, sarà in scena al Teatro Verdi di Padova dall’11 al 15 dicembre.

L’adattamento teatrale dell’ultima opera di Moravia

Realizzato in occasione di due importanti ricorrenze, il trentennale della morte dell’autore (avvenuta a Roma il 26 settembre 1990) e i novant’anni della pubblicazione del romanzo Gli Indifferenti (1929), l’adattamento teatrale de La donna leopardo curato da Michela Cescon in collaborazione con Lorenzo Pavolini, risponde a molteplici obiettivi. Il progetto si propone, infatti, di favorire attraverso l’arte scenica una riscoperta dell’autore, sottraendolo ad un approccio accademico e scolastico, e allo stesso tempo di dimostrare la teatralità del testo con la ricchezza emotiva dei suoi dialoghi e dei suoi personaggi. La donna leopardo diventa quindi l’occasione per portare alla luce la forte impronta drammaturgica dell’opera e per dare vita sulla scena a una femminilità prorompente, forte, libera, pura, autonoma e molto moderna impersonata dai corpi e dalle voci di due attrici di grande fascino come Valentina Banci e Olivia Magnani.

Lo spettacolo

Quattro personaggi: un giornalista, Lorenzo, Colli, il suo editore e le rispettive mogli Nora, creatura inquieta e affascinante e Ada innamorata e tradita, che si trovano ad affrontare un viaggio in Africa, nel Gabon. Dalle atmosfere borghesi di una Roma conosciuta e notturna - dove le relazioni sono più nascoste e trattenute - all’Africa, che come dice Moravia è «il più nobile monumento che la natura abbia mai eretto a sé stessa», dove tutto diventa vero, senza struttura, esplode: l’uomo tende a dominare, la donna a sottrarsi, il possesso definitivo è impossibile e l’amore, come la vita, è uno stato d’allarme continuo.

I quattro attori/personaggi si muovono in uno spazio grande e libero, senza confini e strutture teatrali che lo delimitano. Non ci sono mura, non ci sono soffitti. Non ci sono oggetti: gli unici strumenti di rappresentazione sono il corpo e la voce degli attori, impegnati in una performance fisica, che avranno a che fare con strutture modulari, fondali illuminati, luci, ombre, fotografie, video e una forte drammaturgia sonora.

La tournée in Veneto nel 2020

Il progetto, sostenuto da Intesa Sanpaolo, ha coinvolto soggetti diversi, dal Fondo Alberto Moravia – che ha ospitato nel maggio 2019 le prime prove del lavoro, alla Casa editrice Bompiani, che per l’occasione ha curato una nuova edizione del romanzo, accompagnato dal un prezioso «Invito alla lettura» curato da Lorenzo Pavolini. Lo spettacolo è una co-produzione dello Stabile del Veneto e, dopo, le date padovane sarà in scena nei teatri Mario Del Monaco di Treviso, dal 21 al 23 febbraio 2020, e Goldoni di Venezia dal 5 all’8 marzo 2020.

Dove e quando

Teatro Verdi | Padova
11 > 15 dicembre 2019

  • mercoledì 11 dicembre ore 20.45;
  • giovedì 12 dicembre ore 16; 20.45;
  • venerdì 13 dicembre ore 20.45 – incontro con gli artisti, Foyer del Teatro Verdi, ore 17;
  • sabato 14 dicembre ore 20.45;
  • domenica 15 dicembre ore 16.

La donna leopardo

dal romanzo di Alberto Moravia

durata 1h 30’ senza intervallo

  • adattamento drammaturgico Michela Cescon e Lorenzo Pavolini
  • con Valentina Banci, Olivia Magnani, Daniele Natali, Paolo Sassanelli
  • impianto scenico, video e luci Diego Labonia, Simone Palma, Claudio Petrucci

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stylist Grazia Materia
musiche Andrea Farri
cura del movimento Chiara Frigo
assistente alla regia Elvira Berarducci
progetto fotografico Fabio Lovino
regia Michela Cescon

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Produzione Teatro di Dioniso e Teatro Stabile del Veneto con il sostegno di Intesa Sanpaolo
In collaborazione con Fondo Alberto Moravia, Bompiani e Zachar Produzioni srl

Costo biglietti

Intero Ridotto Abbonati Giovani
Platea, palco pepiano balconata, 1º ordine balconata 32 euro 29 euro 25 euro 15 euro
Palco pepiano no balconata, 1º ordine no balconata, 2º ordine balconata 28 euro 25 euro 21 euro 12 euro
2º ordine no balconata, galleria 14 euro 12 euro 10 euro 8 euro
Posti a visibilità ridotta* platea 20 euro - 15 euro 8 euro
Posti a visibilità ridotta* galleria 8 euro - 5 euro 5 euro

Info web

https://www.teatrostabileveneto.it/events/event/la-donna-leopardo/

https://www.facebook.com/events/1111278232596083/

Note

«È da alcuni anni che penso di portare in teatro un testo di Moravia, non uno dei suoi testi teatrali bensì un romanzo. Ho sempre pensato fossero perfetti per il palcoscenico, e che ci fosse al loro interno quasi una matrice teatrale. Non ho avuto la fortuna di conoscere Alberto Moravia ma, da lettrice, potrei dire che tra i suoi scritti si intuisce un’attenzione quasi registica ad uno spazio scenico, alla luce, ai luoghi come dei dipinti, ai personaggi dai dialoghi perfetti, con una scrittura adatta ad essere portata ad alta voce. Mi hanno sempre incuriosito i suoi racconti, i suoi romanzi brevi, ma quando lessi “La donna leopardo” capì che da lì volevo partire. Quattro personaggi: un giornalista, il suo editore e le rispettive mogli, che si trovano ad affrontare un viaggio in Africa, nel Gabon. Dalle atmosfere borghesi, in una Roma conosciuta e notturna, dove le relazioni sono più nascoste e trattenute, all’Africa, che come dice Moravia è “il più nobile monumento che la natura abbia mai eretto a se stessa”, tutto diventa vero, senza struttura, esplode, l’uomo tende a dominare, la donna a sottrarsi, il possesso definitivo è impossibile e l’amore, come la vita, è uno stato d’allarme continuo. Partire dalla fine quindi, da queste ultime pagine con cui c’ha salutati. La mattina in cui è mancato, il 26 settembre 1990, è stata trovata, l’ultima stesura del romanzo in versione manoscritta. Il giorno dopo sarebbe cominciato il lavoro con la dattilografa.»

Michela Cescon

«Con il testo che lascia sulla sua scrivania in una cartellina blu la mattina della sua morte, Alberto Moravia chiude il cerchio aperto sessanta anni prima con gli Indifferenti. Se nel 1929 la questione che si poneva era quella di “fondere la tecnica del teatro con quella del romanzo” vediamo a quale grado essenziale fosse giunto nel risolverla alla fine del secolo scorso, muovendo i suoi personaggi dalla scena del salotto romano alle rive estreme dell’Africa, dove il gioco di specchi dell’amore coniugale si fa definitivo e accecante come la luce dei tropici.

Due coppie ingaggiano una danza elegante e brutale, si sfidano allo scambio e alla disgregazione, alla guerriglia mondana e al compromesso di poteri e ruoli - tra moglie, marito e amante, direttore imprenditore e giornalista, colonizzatori e colonizzati – spingendosi nei territori d’ombra inesplorata, fino a restare nudi di fronte a se stessi. Ma sulla scena che non conosce la Storia, dove potremmo vedere improvvisamente un mammuth passeggiare sulla spiaggia, sarà la donna autonoma come un felino a segnare il confine oltre il quale amare significa non capire»

Lorenzo Pavolini


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