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Presentazione del libro: "L'ultimo guardiano d'aprile"

Presentazione del libro: "L'ultimo guardiano d'aprile" il 29 giugno 2022. Nove racconti in cui il presente entra prepotentemente, senza abbellimenti o sconti, e quello che deve accadere accade, imprevedibile come ogni giorno in questo mondo. La scrittura dovrebbe far sentire al sicuro il lettore, il vissuto proprio perché raccontato dovrebbe diventare finzione, distopia, inganno, e la mala sorte dei personaggi dovrebbe rimanere confinata nelle storie, ma non sarà così. Non esiste una zona franca, il lettore non si salverà perché è della realtà di tutti che sta parlando Vecchiato.

È il modo in cui Vecchiato inscena un presente irresistibile, nel senso che non si può resistere. Ci sono una serie di accadimenti: dalla pandemia alla guerra, passando per la morte della madre col fallimento del corpo e tutto quello che ne consegue; e poi c’è la violenza e il vuoto di senso, la noia del ripetere come un ingranaggio sempre lo stesso movimento.
La perdita dell’innocenza è una continua ricaduta in una condizione, ed ecco il pessimismo, dalla quale non c’è modo di venirne fuori. Sempre che, confidando nella resistenza della scrittura, non si voglia affrontare l’esistere con ironia, mostrando gli attributi, prendendosi gioco dell’imponderabile, come nell’ultimo racconto dove la morte della madre, che azzera in un solo colpo tutte le forme di significato dell’esistere, viene fatta a pezzi con sarcasmo e irriverenza, proprio come viene fatto a pezzi il corpo.

Dovrebbe essere un libro amaro ma non lo è, un libro facile, più facile di vivere. Certamente non è una passeggiata, anche per com’è scritto, con quel linguaggio che si avvolge su se stesso come un ramo che alla fine finisce per strozzarsi da solo. Una maniera di scrivere priva dei nutrienti che tenta di andare oltre i soliti canoni, perché Vecchiato è così “uno che si annoia facile” come ripete spesso e allora deve provare e riprovare nuove soluzioni, nuove formule di scrittura a costo di cadere o fallire. Perché è così che si deve fare se questa è tutta la realtà che ci spetta.

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