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“Pogrom. L’antisemitismo nell’Europa orientale”, incontro e proiezioni al Bo per parlare di antisemitismo

“Sottolineare l’origine “semita” di alcuni candidati è stata, nei paesi dell’Europa orientale, un’arma frequentemente usata durante le campagne per le elezioni presidenziali. […] Tale atteggiamento ha profonde radici storiche nell’Europa orientale. In effetti, mentre in Occidente l’analisi storica della shoah ha finito per rappresentare un valido mezzo per combattere l’antisemitismo e il razzismo, la sua pluridecennale rimozione nei paesi europei a regime comunista ha contribuito a produrre, nel tempo presente, specifiche cause di tensione tra le popolazioni “autoctone” e gli ebrei, a cui si affianca un potenziale xenofobico” afferma la storica dell’Università della Calabria, Antonella Salomoni, in L’Europa orientale. Transizioni, stabilizzazioni, nuove identità.

L’antisemitismo ottocentesco si innesta su un patrimonio secolare di odi religiosi e sociali, come è risultato evidente in Russia, in Polonia, nella penisola balcanica, dove la persecuzione antiebraica ha dato luogo a clamorosi episodi di violenza, i pogrom, un termine russo che significa “demolire o distruggere con atti violenti”. Si pensa che il primo di questi attacchi a essere chiamato “pogrom” sia stato il tumulto scoppiato contro gli Ebrei a Odessa in Ucraina nel 1821. Successivamente, il termine divenne d’uso comune con i numerosi disordini anti-ebraici che scossero l’Ucraina a la Russia meridionale tra il 1881 e il 1884, a seguito dell’assassinio dello zar Alessandro II. In Germania e nell’Europa dell’Est, durante il periodo dell’Olocausto, così come già durante l’epoca zarista, al tradizionale risentimento verso gli Ebrei dovuto all’antisemitismo religioso, si aggiunsero ragioni economiche, sociali e politiche che vennero usate come pretesto per i pogrom.

In occasione della Giornata della Memoria, il Centro di Ateneo per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea dell’Università degli Studi di Padova propone un doppio appuntamento nella giornata di giovedì 26 gennaio: al primo incontro intitolato “Pogrom. L’antisemitismo nell’Europa orientale” alle ore 9.30 in Aula Magna di Palazzo del Bo a Padova si terrà la lezione magistrale della storica Antonella Salomoni e al pomeriggio è prevista la proiezione del film “Oscar” di Dennis Dellai, dalle ore 16, sempre in Aula Magna.

La mattina, dopo i saluti del Rettore Rosario Rizzuto e del Presidente della Comunità ebraica di Padova Davide Romanin Jacur, e la lezione magistrale di Antonella Salomoni, è prevista la donazione all’Ateneo dell’opera ПОГРОМ dell’artista Michele Sambin e la proiezione di fotografie e filmati originali dell’epoca. Il primo video raccoglie immagini scattate durante pogrom e massacri condotti da truppe naziste, Einsatzgruppenn e collaborazionisti a Babij Jar (Kiev, Ucraina), L’viv (Leopoli, Ucraina), Kaunas (Lituania) e molte altre località dei territori occupati e il secondo filmato raccoglie le immagini scattate durante il pogrom di L’viv. Le riprese saranno accompagnate dalla lettura di alcune pagine dello scrittore russo Vasilij Grossman, la cui produzione letteraria comprende romanzi ambientati durante la seconda guerra mondiale come “Vita e destino”e “L’inferno di Treblinka”.

Link ai filmati: attenzione, contengono scene di nudo.

https://www.youtube.com/watch?v=wb5pT9Ks7SY

https://www.youtube.com/watch?v=CV0-qG9Jdug

Antonella Salomoni è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università della Calabria. Ha condotto ricerche sull’economia e società russa nel periodo rivoluzionario, sulle forme di radicalismo religioso in epoca zarista, sul genocidio degli ebrei sovietici durante la seconda guerra mondiale, sulla transizione post-comunista nell’Europa orientale. E’ autrice di numerosi volumi tra i quali si segnalano: Il pensiero religioso e politico di Tolstoj in Italia (Firenze, Olschki, 1996); Il pane quotidiano. Ideologia e congiuntura nella Russia sovietica (Bologna, Il Mulino, 2001); Culture della disobbedienza. Tolstoj e i duchobory, (Roma, Bulzoni, 2004) (con B. Bianchi e E. Magnanini); L’Unione Sovietica e la Shoah. Genocidio, resistenza, rimozione (Bologna, Il Mulino, 2007; trad. Paris, La Découverte, 2008; València, Universitat de València, 2010). E’ inoltre curatrice di M. Foucault, Les anormaux. Cours au Collège de France. 1974-1975 (Paris, Gallimard-Le Seuil, 1999; trad. Milano, Feltrinelli, 2000). Sta completando per l’editore Il Mulino un volume sulla strage nazista di Babin Jar (Kiev, settembre 1941).

Michele Sambin

Regista, musicista e pittore, il cuore della sua ormai lunga ricerca artistica ha come tema il rapporto tra immagine e suono. Fin dai primi anni 70 indirizza il proprio interesse all’incrocio tra le varie arti: cinema, musica, video, pittura. In seguito utilizzerà il teatro come luogo di sintesi.

Nel 1980 con Pierangela Allegro e Laurent Dupont fonda TAM Teatromusica e ne diventa direttore artistico. Per Tam cura regie, scene e musiche, sempre attento agli stimoli provenienti dalle nuove tecnologie, ma anche fortemente legato alle suggestioni della tradizione.

In ambito internazionale i suoi lavori con il TAM sono stati presentati a Bourges, Granada, Vienna; Hannover, Parigi, Zagabria, Gerusalemme, Tunisi, Copenaghen, Budapest, Cracovia, Varsavia...

Tra le produzioni in ambito di teatro musicale, ricordiamo la messa in scena di Repertoire di Mauricio Kagel (1981) Children’s Corner di Claude Debussy per il Teatro alla Scala (1986) Ages di Bruno Maderna per la Rai di Milano (1989).

Nel 1994 cura il progetto artistico Meditazioni i cui protagonisti sono i detenuti del carcere di Padova. Prosegue nelle produzioni di teatro e musica creando Roesso mondo Più de la vita e Là on son stato io mè dedicati al dialogo con Ruzante.

Dal 2005 è docente, presso l’Università di Padova Facoltà di Lettere e Filosofia nel corso studio in Scienze dello Spettacolo e produzione multimediale, con l’insegnamento di Storia della Videoarte, per studenti di specialistica.


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