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Giugno Antoniano, “Oro et laboro - Il sacro nel gioiello padovano” al Santo

“Oro et laboro - Il sacro nel gioiello padovano”
dall'1 al 15 giugno
Studio teologico del Santo
inaugurazione 1 giugno, ore 17

Dall'1 al 15 giugno la sala dello Studio teologico della basilica del Santo ospiterà, nell’ambito del Giugno Antoniano, “Oro et laboro - Il sacro nel gioiello padovano”, un’esposizione di manufatti di oreficeria artistica, sul tema del gioiello a carattere sacro. Gli orafi in mostra doneranno un busto di padre Poiana alla Basilica. 

L'omaggio

In mostra con le loro creazioni sei botteghe orafe padovane che da mesi lavorano a questo evento unico nel suo genere nel periodo delle celebrazioni per la festa del Santo. Evento unico anche perché voluto a corollario della realizzazione da parte degli orafi in mostra di un busto-ritratto di padre Enzo Poiana, rettore della basilica rimasto nel ricordo di tutti i padovani, e non solo, dopo la sua prematura scomparsa due anni fa. Il busto in bronzo dedicato a Poiana, disegnato e fuso dall’intero gruppo di artisti artigiani, sarà donato alla comunità del Santo in occasione della cerimonia di inaugurazione della mostra che si terrà venerdì 1 giugno alle 17.
Interverranno padre Oliviero Svanera, rettore della basilica del Santo; Giovanna Baldissin Molli, presidente della Veneranda Arca del Santo e il curatore della mostra Mauro Sette.

Con “Oro et laboro” gli orafi attraverso le sei opere di oreficeria esposte intendono celebrare il senso del sacro contemporaneo e stupire con la propria arte, come da antica tradizione. L’oreficeria difatti, vera regina delle arti nel Medioevo, da sempre è stata al servizio del sacro e della devozione, con la predisposizione delle suppellettili liturgiche e dei reliquiari: arte che si avvaleva di materiali preziosi, ai quali la capacità e la creatività dell’orefice conferivano un’ulteriore qualifica di bellezza.

Un po' di storia e cultura

La basilica di Sant’Antonio conserva un tesoro ragguardevole di manufatti, che datano dal Trecento in avanti. Tra essi i più noti sono il reliquiario del mento del Santo (1350), che viene portato in processione il 13 giugno e il reliquiario della lingua (anni Trenta del Quattrocento), quest’ultimo opera dell’orefice Giuliano da Firenze.
Gli orefici, padroni della tecnica della piccola metallurgia, furono presenza importanti a fianco delle cosiddette “arti maggiori” e a Padova anche Donatello ebbe modo di servirsi di maestranze cittadine nelle opere di rifinitura dell’altare maggiore. Numerosi documenti, nel corso dei secoli, raccontano il continuo rapporto che gli orefici hanno avuto con la basilica, preparando, aggiustando, sistemando, fondendo e ottenendo nuovi manufatti, allo scopo di mantenere elevata la qualità delle suppellettili impiegate nella celebrazione dei riti sacri.

Orari di apertura

Tutti i giorni dalle 10 alle 19, ingresso libero

Gli orafi in mostra

Francesca Bellini e Diego Gallina: “Croce Ghiandata”
"In questi oggetti abbiamo cercato di creare una sintesi di due elementi ricorrenti nella simbologia legata a Sant’Antonio: il giglio e la croce ghiandata. Il giglio è il fiore che Sant’Antonio ha scelto come simbolo della purezza della vita. La croce ghiandaia, chiamata così perché alle sue estremità troviamo delle ghiande, viene utilizzata dal Santo sia per scacciare il male che per dispensare amore e pace nel mondo".

Carlo Degli Stefani: “Simbolo”
"Un simbolo semplice, elementare, due archi che s’incrociano a formare un pesce. Simbolo religioso, simbolo d’incontro e di fiducia. I primi cristiani, perseguitati da Roma, quando incontravano una persona disegnavano a terra un arco e se questa disegnava un altro arco a formare un pesce sapevano di potersi fidare. La stessa parola pesce in lingua greca dava un codice molto usato dai primi cristiani. L’acronimo di questa parola Ichthic = Gesù Cristo figlio di Dio, Salvatore. Collana in argento 925 e Ambra".

Rita Maso Guerrini: “Profili”
"Abbiamo realizzato in argento 925 un anello Skyline che rappresenta la facciata e la vista laterale della Basilica di Sant'Antonio. Le principali città del mondo sono rappresentate in anelli Skyline. In essi vengono scolpite e rappresentate le principali opere e monumenti delle città stesse. La basilica del santo è uno dei monumenti italiani più visitati e una delle chiese più importanti al mondo. Abbiamo deciso per questo di realizzare l'anello cercando di far risaltare tramite bruniture e finiture lucide i dettagli della basilica".

Ivano Paggiaro: “Simmetrie”
"Affascinato dalla bellezza del rosone presente nella faccia principale della basilica del Santo, ho voluto provare a riproporre la sua simmetria con la tecnica orafa, prima con il traforo su lastra e poi con l’incisione. Le due tecniche mi hanno permesso di realizzare questo pezzo unico, in esclusiva per la mostra".

Pietro Pasqualetto: “Crocefissione”
"Appassionato da sempre di bassorilievi e di busti realizzati prima in creta e poi in bronzo , ho voluto cimentarmi nella realizzazione di questo corpo di Cristo in croce. Il mio intento era cogliere e rappresentare la sofferenza del Cristo mentre veniva eretto sulla croce".

Mauro Sette: “Crocefisso”
"Il gioiello è un pezzo unico: punta a valorizzare ed evidenziare il corpo di Cristo, realizzato in corallo rosa. La croce, che riprende la forma di quella indossata da Papa Francesco, consiste in una struttura d’argento che sostiene un letto di pietre preziose. Si tratta di tormaline, montate e incastonate secondo un’ antica e tipica tecnica indiana denominata Kundan, che consente di creare un certo contrasto cromatico e quindi di porre in evidenza il corpo di Cristo".


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