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Notturni d’Arte 2019, ai Musei Civici tra pittura di paesaggio e antichi reperti egizi

G. Fossati, Corsa dei fantini in Prato della Valle

Giovedì 29 agosto XXV serata con un viaggio nell’Antico Egitto e un itinerario fra paesaggi, vedute e marine sei-settecenteschi. Appuntamento alle 21 ai Musei Civici agli Eremitani con le visite guidate tematiche alla collezione egizia e alla pinacoteca.

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La rassegna Notturni d’Arte, dedicata al tema del viaggio, è prodotta dall’assessorato alla Cultura e realizzata con il sostegno della Fondazione Cariparo.

La serata

Al centro dell’itinerario in pinacoteca sarà la pittura di paesaggio, divenuta genere autonomo solo a partire dal XVII secolo. È nella seconda metà del Seicento che la pittura veneta di paesaggio comincia ad assumere una fisionomia precisa grazie a Bartolomeo Pedon e ad Antonio Marini. Tra i temi preferiti dal primo, noto ai suoi tempi per la vita da bohémien, vi erano le burrasche di mare, come quella esposta in pinacoteca, in cui la natura viene riprodotta nei suoi aspetti più drammatici anche tramite l’utilizzo del contrasto di luci e di ombre secondo il gusto barocco. Marini sviluppa il paesaggio "pittoresco" alla Salvator Rosa, con dirupi e cascate, offrendo una rappresentazione drammatica e preromantica della natura, come si può vedere nel dipinto Paesaggio con arco naturale su un corso d’acqua e figure. Il senso della natura selvaggia che aveva caratterizzato la corrente preromantica o barocca scompare nelle due tele del bellunese Marco Ricci, il più importante paesaggista veneto del Settecento.

Tesori al museo

La sezione egizia del Museo Archeologico accoglie circa centottanta reperti donati a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e tredici reperti del Museo Egizio di Torino in deposito dal 1982. Tra i reperti spiccano le due statue trovate da Giovan Battista Belzoni nel grande complesso templare di Karnak, l’antica Tebe, che raffigurano la dea Sekhmet, una delle più importanti divinità del pantheon egizio. Si tratta dei primi reperti di matrice faraonica giunti nelle collezioni museali cittadine. Importanti sono poi i papiri aramaici, in origine di proprietà dello stesso Belzoni, i primi oggetti di questo genere a giungere in Europa. La maggior parte dei reperti egizi è legata alla sfera funeraria: l’imponente sarcofago di Meryt-Amon, figlia di un principe tebano di nome Harwa, alcuni frammenti di sarcofagi e cartonnage, la stele di un soprintendente ai panificatori, numerosi amuleti, canopi e statuette funerarie chiamate ushabti. Per lo più si tratta di elementi del corredo funerario del defunto, utili a garantirgli una vita felice nell’Aldilà. La sfera religiosa è testimoniata da statuette votive che raffigurano alcune delle principali divinità venerate in Egitto: Osiride, dio dell’Aldilà; la moglie e sorella Iside; il figlio Horo, nella duplice forma di falco o bambino; il dio degli artigiani Ptah; la dea gatto Bastet; il dio Anubi, protettore delle necropoli e della mummificazione e molti altri. Accanto ai materiali di matrice faraonica, inoltre, il museo espone un piccolo fondo di reperti dell’Egitto cristiano e una statuetta mesopotamica, un rarissimo reperto.

Informazioni

Biglietto 5 euro
da acquistare all’Ufficio IAT in vicolo Cappellato Pedrocchi fino alle ore 17 del giorno dell’evento, da lunedì a sabato ore 9-17, domenica e festivi ore 10-15.
Info biglietti: 049.5207415
Ingresso gratuito per bambini fono a 12 anni, disabili e un accompagnatore.

Info rassegna
 
padovaeventi.comune.padova.it


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