Eventi

Marcia della memoria a Padova per ricordare la deportazione degli ebrei

(foto da www.comunitadisantegidio.info)

1943-2016

“NON C’È FUTURO SENZA MEMORIA”

MEMORIA DELLA DEPORTAZIONE DEGLI EBREI DI PADOVA

Una marcia silenziosa: segno di speranza per costruire la Padova di domani come città della pace e dell’accoglienza

Sabato 3 dicembre 2016, ore 18

da Palazzo Moroni, via VIII Febbraio, attraverso il ghetto

Intervengono:

Michele Penta Commissario prefettizio del Comune di Padova

Davide Romanin Jacur Presidente della Comunità ebraica

Mirko Sossai Comunità di Sant’Egidio

Porterà il suo saluto Don Giovanni Brusegan Delegato vescovile per la cultura e l’ecumenismo

Sara Parenzo racconterà la sua storia familiare.

La Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Ebraica di Padova invitano a una marcia silenziosa sabato 3 dicembre 2016 alle 18, per fare memoria della deportazione degli ebrei padovani.

Il titolo della marcia richiama le parole di Primo Levi: “Non c’è futuro senza memoria”. Un ‘pellegrinaggio della memoria’ che, a partire da Palazzo Moroni, si snoderà per le vie del centro, attraverso il ghetto.

E’ decisivo per Padova ricordare il 3 dicembre 1943. Quella data segnò l’avvio di uno dei momenti più drammatici della storia recente della città: il prelevamento degli ebrei della città, in esecuzione dell’ordinanza n.5 della repubblica sociale italiana, e l’apertura del campo di concentramento di Vo’ euganeo.

Il 17 luglio 1944, i 47 internati del campo furono deportati ad Auschwitz. Solo tre donne tornarono alle loro case. 70 anni.

La fiaccolata partirà da Palazzo Moroni in via VIII Febbraio, alle ore 18. I partecipanti porteranno cartelli con i nomi, tristemente famosi, dei campi di concentramento. Si proseguirà per il ghetto per tornare di nuovo al luogo di partenza. Là prenderanno la parola rappresentati della Comunità ebraica, di quella di Sant’Egidio, e delle istituzioni cittadine.

Perché fare memoria con una marcia silenziosa della deportazione degli ebrei? I problemi attuali sembrano altri. La marcia vuole assumere un valore civico, perché questa memoria non passi. È la memoria di un grande dolore, ma è anche, e deve diventare, l’inizio di una nuova storia. Una storia in cui non si tollerano l’odio e la discriminazione, verso chiunque.

Ricordare è ripetere: mai più! E’ un impegno a diffondere una cultura nuova, una cultura del dialogo e della solidarietà con tutti, una cultura della pace. C’è un’eredità da trasmettere: è il patrimonio di umanità e di pace che abbiamo ricevuto.


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