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L’invenzione del Rinascimento

Conferenza su Pietro Bembo al Bo

È un uomo nuovo quello del Cinquecento: capace di essere al contempo poeta e letterato, collezionista e intellettuale, frequentatore di corti e fine polemista, viaggiatore e geniale inventore, interprete di una visione della vita che si volge alla classicità del passato per progettare il presente e ridisegnare il futuro.

Nel 1470 a Venezia nasce il più grande esegeta di questa rivoluzione mentale: Pietro Bembo. Amico dei maestri della pittura italiana (Raffaello, Giorgione, Tiziano e Michelangelo solo per citarne alcuni), il letterato veneziano dimostrò non solo di possedere grandi intuizioni e intelligenza nei confronti della rivoluzione delle arti che caratterizzò il periodo rinascimentale, ma fu egli stesso centro e motore dei nuovi ideali estetici di misura, grazia, eleganza, forza espressiva, recupero delle forme classiche e, soprattutto, di unità linguistica espressiva. È proprio questo suo imporre un canone letterario unico che fa di Bembo l’Uomo rinascimentale, punto di riferimento non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa.
 
Martedì 29 gennaio alle ore 15.00 in Archivio Antico di Palazzo Bo, via VIII febbraio 2 a Padova, si terrà la conferenza dal titolo “Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento” organizzata dall’Università di Padova. Dopo i saluti di Giuseppe Zaccaria, Magnifico Rettore dell’Ateneo patavino, e l’introduzione di Luca Illetterati, Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata (FISPPA) dell’Università di Padova, interverrà Guido Beltramini, Direttore del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza.


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