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"Gallina vecchia" di Augusto Novelli al teatro Don Bosco

"Gallina vecchia" di Augusto Novelli vede le scene nel 1911 grazie alla compagnia di Andrea Niccòli. "La produzione teatrale di Novelli fu improntata a un realismo bozzettistico e a un elementare moralismo, entrambi venati di verve comica. Scettico sulla possibilità di un teatro nazionale, fu strenuo assertore di un teatro regionale, in grado a suo avviso di esprimere tipi e caratteri specifici degli abitanti" (Treccani, dizionari biografico degli Italiani).

Il lavoro, scritto dopo un periodo di scoramento e riflessione seguito alla morte della moglie, rappresenta un momento di ripresa del genio dell'autore. Cavallo di battaglia di grandi interpreti, tra le altre anche della sig.ra Sara Ferrati, è un lavoro unico per il suo tempo sia per il tema che affronta, che per il garbo, la raffinata comicità e l'eleganza con viene trattato.

"Il mio amore per questo lavoro è antico e non vi nascondo che portarlo in scena è sempre stato un mio sogno. Così, non potendolo rappresentare nel dialetto originale (per comprensibili motivi) e non essendoci una versione in italiano, mi sono cimentato nel non semplice compito della versione in dialetto veneto" racconta Enrico Ventura. "Non è stata impresa semplice cimentarsi prima col genio del Novelli e poi cercare di rendere il sapore dei primi decenni del secolo passato usando undialetto, almeno in parte, datato nel lessico e nella sintassi. Ancora più difficile è stato, poi, cercare di mantenere il ritmo e la musicalità così diversi tra i due dialetti. Mi piace pensare che, forse, lo stesso Novelli avrebbe apprezzato questo tentativo di vedere le sue opere in lingua veneta se, come è vero, voleva essere ciò che Goldoni e Gallina erano stati per i veneziani. Lui stesso scrisse, nel 1909, a un amico 'io sono il Gallina, sono il Goldoni redivivo'".


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