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Presentazione del libro “Era mia nonna. Storia di una donna veneta del Novecento" alla Feltrinelli

"Era mia nonna. Storia di una donna veneta del Novecento" di Cristina Sartori, Edizioni Biblioteca dell'Immagine. Prefazione di Aldo Cazzullo presentazione alla libreria Feltrinelli di Padova, Via San Francesco 7.

Giovedì 3 novembre, ore 18.
Presenta Lisa De Rossi, giornalista

Il Novecento è stato un secolo che è corso veloce: cent’anni di grandi personaggi, rivoluzioni, eventi, disgrazie e invenzioni che a stento si potrebbero contenere in  un millennio. Allo stesso modo le figlie di quel secolo avevano imparato a vivere di fretta, quasi timorose di non avere abbastanza tempo. Ada Favero, “dinamica e furibonda”, ha camminato su questa Terra per quasi centosette anni, dal 1902 al 2009. Ha visto tutto: dai cavalli all’uomo sulla Luna; dai centesimi di Lira a quelli dell’Euro; dai lumi a petrolio all’accensione dei lampioni elettrici. Ha vissuto due Guerre; è sopravvissuta alla febbre Spagnola; ha vissuto il dramma del profugato. Di tempo ne ha avuto tanto, forse troppo. Ma non lo ha mai sprecato. Ada ha visto, vissuto e raccontato quel secolo fino alla fine, godendo del dono straordinario della presenza di sé e vivendo appieno la stagione della sua maturità sino alla consapevolezza di una vecchiaia che cercò di vivere nel modo più dignitoso possibile. Con saggezza e con serenità. 

La sua storia è stata la storia di tante donne di quel Novecento “dinamico e furibondo” come riuscì ad essere lei, e questo libro desidera raccontare, tra le pieghe di questa grande Storia, la “Grande Piccola Storia” di una persona di straordinaria normalità.

CRISTINA SARTORI, laureata in storia dell’arte alla Facoltà di Lettere dell’Università di Padova, giornalista professionista e addetto stampa. Ha lavorato con l’emittente televisiva regionale Telechiara, con il settimanale diocesano La Difesa del Popolo, con il Circuito radiofonico Bluradioveneto.  È stata responsabile dell’Ufficio stampa della Basilica del Santo e del «Messaggero di sant’Antonio». 

Nel 2005 ha vinto il primo premio giornalistico Emilio Vesce per l’emittenza radiofonica.

Tra le sue pubblicazioni, L’inattesa Camber. L’avventura di un oro olimpico (Edizioni Il prato, 2006); Padre Placido Cortese(Edizioni Messaggero Padova, 2010); La Basilica nella Città. La Veneranda Arca di S. Antonio in Padova, la storia, i restauri 2006-2011 (Edizioni Messaggero Padova, 2011); I veri ricchi di Padova. Donne, uomini e storie di volontariato, Autori vari (Edizioni Biblioteca dell'Immagine, 2012); “Correva l’anno … 1953 e 1963”, Comune di Padova, Settore Servizi Sociali, Padova, 2013.

PREFAZIONE di ALDO CAZZULLO

E’ nata nell’anno in cui Peter Pan compare per la prima volta in un racconto. In cui viene fondato il Real Madrid. In Sudafrica inglesi e boeri fanno la pace, a Venezia crolla il campanile di San Marco poi ricostruito “dov’era e com’era”, viene composta la più bella canzone napoletana, “Torna a Surriento”.

L’Italia del 1902 era poverissima. E il Nord-Est era tra le terre più misere. Gente povera; ma non povera gente. In quell’anno nasce la protagonista di questo libro: Ada Favero, la nonna dell’autrice, Cristina Sartori.

Non ho avuto la fortuna di conoscere nonna Ada, che si è spenta a 107 anni, attraversando il secolo per intero e oltre. Conosco bene sua nipote. E’ una bravissima giornalista ed è una bella persona: sorriso fresco e occhi curiosi, capaci ancora di stupirsi. Qualcosa dev’essere passato attraverso le generazioni. Il dono della curiosità, della voglia di vedere come va a finire.

Gli occhi di Ada hanno visto la guerra. L’occupazione di un esercito barbaro: austriaci, tedeschi, ungheresi, sloveni, slovacchi, cechi, bosniaci. La fuga dall’altra parte d’Italia, in una terra remota, da cui torna per ritrovare della propria casa soltanto i muri. La morte per febbre spagnola, che l’ha lambita ma non ghermita. Il fascismo. Una nuova guerra. La ricostruzione. L’arrivo della ricchezza e degli immigrati. Il passato e la modernità.

Ada è una creatura eccezionale fin da quando apre gli occhi. Il suo arrivo fa notizia: «Nascita eccezionale di un neonato di sesso femminino venuto al mondo con il peso di chili sei, in Cappella Maggiore, nell’addì 23 del mese di Maggio dell’anno corrente, il secondo del nuovo secolo. La piccina – anche se non si può definir certo tale –, è stata battezzata con il nome di Ada Favero, secondogenita di Ortensia e Attilio Favero, ispettore del Dazio». Tutta la sua vita è la conferma della forza fisica e morale manifestata fin dall’infanzia; e nello stesso tempo è l’espressione di una semplicità in cui qualsiasi lettore può trovare l’ombra di una persona cara, delle proprie nonne o bisnonne.

Quella di Ada è una storia straordinaria: una delle donne più anziane d’Europa, come se la morte si fosse dimenticata di lei. Ma nello stesso tempo è la storia di tutti noi. C’è un pezzo delle nostre famiglie e della nostra memoria.


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