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Diritti umani: oltre la qualità è necessaria la quantità, conferenza internazionale “Data-driven Human Rights Research”

Si devono “misurare” i diritti umani? Perché, e come, quantificarli? Se si riuscisse, con un peso oggettivo, a rendere tangibile il gap che esiste fra legge e realtà nell’applicazione concreta dei diritti si potrebbe, ad esempio, espandere, modulare e adattare snodi giuridici, riflessioni etiche e nuove visioni filosofiche capaci, a valle, di diminuire il divario tra teoria e pratica nell’applicazione delle leggi sui diritti umani.

L’idea di stabilire standard per l’adempimento dei diritti umani e di incorporarli in strumenti normativi implica una capacità di “pesare” i diritti e di valutare in termini quantitativi la conformità con cui gli Stati applicano le disposizioni dei trattati sui diritti umani: va da sé, dunque, l’importanza di stabilire indici e indicatori quantitativi necessari per raggiungere questo obiettivo.

Oggi, grazie alla grande disponibilità di dati, il quadro di conoscenza sui diritti umani si è certamente ampliato, ma è pur vero che emerge il rischio di fossilizzarsi su alcuni indicatori a scapito di altri e di favorire un attivismo “digitale” che esclude fenomeni sociali e comunitari che invece dovrebbe essere interpretati.

Il Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca”, la Cattedra UNESCO “Diritti Umani, Democrazia e Pace” e il Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali dell’Università di Padova, in collaborazione con altri istituti internazionali di ricerca, organizzano una conferenza internazionale di due giorni lunedì 9 e martedì 10 novembre dalle 10.30 sulla piattaforma Zoom dal titolo “Data-driven Human Rights Research”.

Lunedì 9 novembre alle ore 10.30 introdurrà i lavori Attilio Pisanò, Università del Salento, con una relazione sui metodi di ricerca e sulla successiva prospettiva quantitativa dei diritti umani, mentre Maria Green del Raoul Wallenberg Insitute of Human Rights and Humanitarian Law interverrà sui problemi tecnologici ed etici nel raccogliere e processare i dati sui diritti umani. Dalle 14.30 si svolgeranno tre tavole rotonde parallele sui temi di violazioni dei diritti umani, opportunità e sfide nell’elaborazione informatica di dati personali, e sulle metodologie della ricerca sui diritti umani. Martedì 10 novembre sempre alle ore 10.30 intervengono Jonas Grimheden, Agenzia europea dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, ed Edzia Carvalho, Università di Dundee, che parleranno rispettivamente di diritti umani basati su prove empiriche nell’Unione Europea e di opportunità e sfide dell’attivismo basato sui dati.

Per informazioni: https://unipd-centrodirittiumani.it/en/attivita/International-Conference-Data-driven-human-rights-research/1319

Il Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” si occupa di ricerca, formazione e disseminazione sui temi dei diritti umani, della democrazia e della pace. La vocazione del Centro è stata fin dall’origine quella di costruire il “sapere” interdisciplinare dei diritti umani (delle persone e dei popoli); promuovere i contenuti, teorici e applicativi, di questo sapere; educare perché il sapere dei diritti umani operi fertilmente nella vita sociale e politica. Il Centro è la prima risposta strutturale dell’università italiana alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e alle raccomandazioni di importanti istituzioni internazionali quali le Nazioni Unite, l’UNESCO e il Consiglio d’Europa.

Sito https://unipd-centrodirittiumani.it/en/


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