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“L’arte di morire”: giornata nazionale per le cure palliative alla scuola della Carità

Domenica 11 novembre è la Giornata Nazionale per le Cure Palliative. L’associazione “Valentina Penello” onlus di Padova, che si occupa di assistenza domiciliare a malati oncologici e terminali, organizza per l’occasione un evento culturale e informativo rivolto alla cittadinanza intitolato “L’Arte di Morire” che si terrà domenica 11 novembre alle 17.45 nella sala della Scuola della Carità a Padova con la relazione di Luisa Fantinel, storica dell’arte e arte terapeuta.

L’iniziativa è stata presentata in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Vincenzo Gottardo, consigliere delegato della Provincia di Padova, Alberto Borin, vicepresidente e coordinatore Associazione “Valentina Penello” onlus, Luisa Fantinel, storica dell’arte, arteterapeuta.

«Il fabbisogno di cure palliative – ha detto Vincenzo Gottardo - è in continuo aumento. Oggi accede alle terapie palliative solo un malato oncologico su tre. Ne deriva che in Italia il bisogno stimato nell’adulto è di circa 300-400mila persone che ogni anno muoiono con bisogno di cure palliative durante l’ultimo periodo della vita. All’interno di questa percentuale il 40% è affetto da patologia neoplastica, ma il 60% da patologia non oncologica. Riguardo i minori, in Italia si stima che 35mila bambini all’anno hanno bisogno e necessità di cure palliative. La copertura attuale è stimata nel 30% dei soli malati oncologici, e questi rappresentano circo il 40% del bisogno potenziale. Per questo è fondamentale sostenere e divulgare l’attività dell’Associazione Valentina Penello che attraverso varie iniziative, si occupa di offrire un’assistenza e un accompagnamento olistico alla persona non solo per quanto riguarda l’aspetto clinico, ma anche psico-sociale ed emotivo con risultati sicuramente promettenti».

Gli hospice presenti in Italia sono solo 255 per un totale di 2.800 posti letto prevalentemente concentrati nel Nord Italia. E la quota maggiore di strutture si trova in Lombardia (69), seguita a distanza da Lazio (27 strutture), Emilia Romagna (22) e Veneto (21). Con tutte le altre regioni ferme su numeri molto più bassi. Sul territorio le cure palliative domiciliari sono rappresentate da poche best practice, nel contesto più generale di un'assistenza tutta da organizzare fuori dagli ospedali.

«Nella giornata mondiale delle cure palliative – ha detto Luisa Fantinel – abbiamo pensato di organizzare quest'incontro utile per condividere un'esperienza che può sembrare incredibile: sentirsi meglio, dopo aver parlato della morte. Prendendo atto che il tabù della società contemporanea è la morte, iniziamo a parlarne, a conoscere come è stata vissuta nella civiltà occidentale, dai nostri avi fino ai nostri nonni, dagli affreschi dell'antica Grecia all'arte contemporanea. In passato le comunità avevano affinato l'arte di morire, rispetto alla quale oggi assistiamo ad un vero e proprio analfabetismo. La conosceremo attraverso le opere d'arte dei secoli passati che custodiscono 'le buone prassi' per viverla e condividerla. Si vis vitam, para mortem: se vuoi vivere (meglio), prepara la morte. Lo faremo attraverso l'arte, insieme».

«Sono 250mila i malati che ogni anno muoiono a causa di malattie killer – ha detto Alberto Borin – e tra questi 35mila sono bambini ai quali vengono diagnosticate patologie per le quali non esiste una cura che possa garantire la guarigione. Ma solo il 10% dei piccoli pazienti bisognosi di Cpp (Cure palliative pediatriche) ne possono usufruire adeguatamente. Eppure secondo quanto previsto dalla legge 38/2010 a tutti questi malati dovrebbe essere garantita la migliore qualità di vita possibile nelle loro case, con i loro familiari o amici, oppure in strutture residenziali dedicate, come gli hospice. Tutti, quindi, avrebbero diritto a essere curati da personale specializzato in grado di dare le giuste risposte ai bisogni di pazienti e famiglie. Ma nonostante l'Italia abbia una legge considerata tra le migliori in Europa, sono ancora troppo poche le persone che accedono ai servizi dedicati».
L’associazione Valentina Penello Onlus, nata a Padova il 25 settembre 2009, è un’organizzazione non profit con finalità di assistenza ai malati oncologici terminali e alle loro famiglie. Si tratta di persone colpite dapprima principalmente da malattie oncologiche, da qualche tempo anche da patologie neurologiche, cardiache, polmonari, etc. L’associazione è dedicata a Valentina Penello, una giovane mamma scomparsa a causa di un tumore maligno, ma che ci ha lasciato in eredità la sua grande forza e generosità dimostrata in tutta la sua breve vita.

Gli obiettivi principali sono:

  1. Attivare servizi di assistenza domiciliare professionale.
  2. Sensibilizzare la popolazione attraverso il coinvolgimento del maggior numero di persone possibile, specialmente i giovani.
  3. Organizzare riunioni aperte su tematiche dedicate al fine vita ed alle cure palliative con "autori" esperti per discutere, conoscere ed apportare socialità in questo delicato percorso.
  4. Gestire i gruppi di Auto Mutuo Aiuto per l’elaborazione del lutto e per il sostegno psicologico nella malattia e nel lutto.
  5. Operare affinché questa attività venga riconosciuta dalle autorità competenti lavorando in simbiosi per gli stessi obiettivi.

Evento facebook https://www.facebook.com/events/2016917635022373/


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