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“La corruzione siamo noi, nessuno si senta escluso” Piercamillo Davigo al Bo

“Negli ultimi 25 anni la classe politica, per quanto riguarda in particolare le indagini e i processi in tema di corruzione si è data molto da fare, non per stroncare la corruzione ma per stroncare le indagini e i processi, facendo leggi che impedivano le indagini e azzeravano le prove acquisite e creavano enormi difficoltà”.

“Il problema è che in Italia di solito i dipendenti pubblici non sono affatto assunti mediante concorso. Vengono assunti in modi vari: per chiamata, precariato, etc. Questo ha come prima conseguenza che normalmente non sono fedeli alla Repubblica ma al padrino politico che li ha messi lì. Non hanno il più delle volte un senso di appartenenza all'amministrazione di cui fanno parte, che deriva da professionalità elevata, dal senso e dall'orgoglio di essere stati scelti perché bravi. Perché se quel che conta è il rapporto di fedeltà personale, e non la capacità professionale, viene meno anche questo”.

“Il nostro giudice è vincolato da un sistema di inutilizzabilità sconfortante perché una prova acquisita, valida nei confronti di un imputato, diventa inutilizzabile per un altro se è stata acquisita a termini delle indagini preliminari scaduti. Il giudice è messo nella condizione di dover scegliere tra rispettare la legge rinunciando a fare giustizia o tentare di fare giustizia forzando la legge. È inaccettabile. E allora è normale che uno venga arrestato e poi assolto. Se non volevano questo non dovevano scrive il codice così, oppure dovevano dirci di non arrestare più”.

“È drammatico quanto poco sia cambiata la situazione e quanto sulla corruzione peggiori la deriva dell’Italia nel panorama internazionale. A livelli diversi, finalità e modalità diverse. È un Paese che sta morendo. C’è sfiducia, la gente non va più a votare, espatria. A 25 anni da Mani Pulite, si può dire che l’effetto domino non fu innescato da un sussulto di coscienza civile, ma dal fatto che erano finiti i soldi”.

Sono solo alcune delle dichiarazioni rilasciate recentemente da Piercamillo Davigo, Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, anche in occasione dell’uscita del suo ultimo libro “Il sistema della corruzione” (Editori Laterza 2017). Sono trascorsi 25 anni da Mani Pulite, dal quel 17 febbraio 1992 quando venne arrestato in flagranza di reato un “mariuolo” che riscuoteva una tangente di sette milioni di lire da un imprenditore. Ma è nel titolo del libro di Davigo e nella parola “sistema” che forse bisogna soffermarsi. Cambiano le modalità? Gli attori? Con che armi si può contrastare il malaffare? Forzando il sistema o con nuove leggi? Servono altre classi politiche o nuovi italiani?

Il Dipartimento di Diritto Pubblico Internazionale e Comunitario dell’Università di Padova ha organizzato per lunedì 8 maggio alle ore 15 in Aula Magna di Palazzo Bo, via VIII febbraio 2 a Padova, l’incontro con Piercamillo Davigo che presenterà il suo libro nel corso di una tavola rotonda a cui partecipano Mario Bertolissi, Professore di Diritto costituzionale dell’Ateneo patavino, Paolo Gubitta, Professore di Organizzazione aziendale dell’Università di Padova, Ernesto Ugo Savona, Professore di Criminologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Direttore di Transcrime, e, in collegamento, Luigi Zingales, Professor of Finance at Booth School of Business alla University of Chicago e Director of Stigler Center.

L’incontro è a entrata libera fino a esaurimento posti.

È consigliabile la prenotazione a https://www.unipd.it/iscrizione


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