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“Tra oggi e domani c'è di mezzo una notte ed una aurora”, Concetto Marchesi nel libro di Pianezzola al Bo

Concetto Marchesi, negli anni della lotta antifascista, assunse il ruolo di guida allo stesso tempo concreta e spirituale. Nominato ai vertici dell’Università di Padova nel 1943, il suo rettorato ebbe vita breve a causa dell’impossibilità, secondo lo stesso Marchesi, di mantenere l’autonomia di pensiero e docenza. Non mancò, prima, dalla tribuna dell’Aula Magna del Bo di cacciare gli studenti fascisti dall’Ateneo e nel dicembre dello stesso anno di salutare i suoi studenti con un appello che fu tanto appassionante quanto appassionato: "Una generazione di uomini ha distrutto la vostra giovinezza e la vostra patria. Traditi dalla frode, dalla violenza, dall'ignavia, dalla servilità criminosa, voi insieme con la gioventù operaia e contadina, dovete rifare la storia dell'Italia e costituire il popolo italiano. Non frugate nelle memorie o nei nascondigli del passato i soli responsabili di episodi delittuosi; dietro ai sicari c'è tutta una moltitudine che quei delitti ha voluto e ha coperto con il silenzio e la codarda rassegnazione; c'è tutta la classe dirigente italiana sospinta dalla inettitudine e dalla colpa verso la sua totale rovina. Studenti: mi allontano da voi con la speranza di ritornare a voi maestro e compagno, dopo la fraternità di una lotta assieme combattuta. Per la fede che vi illumina, per lo sdegno che vi accende, non lasciate che l'oppressore disponga della vostra vita, fate risorgere i vostri battaglioni, liberate l'Italia dalla schiavitù e dall'ignominia, aggiungete al labaro della vostra università la gloria di una nuova più grande decorazione in questa battaglia suprema per la giustizia e per la pace nel mondo".

Memorabile poi fu la risposta di Marchesi all'appello di Gentile per la rinascita dell'Italia fascista dopo l'armistizio: "L'Italia, senatore Gentile, non si disfece improvvisamente ne "l'obbrobrio" – come voi dite – "dell'8 settembre"... allora finì di essere un paese con una monarchia e con un esercito (…) Il merito di aver portato la legge e la norma pubblica al livello dello scannamento più facile e più selvaggio spetta al fascismo ed al nazismo (...) Con chi debbono accordarsi, ora, i cittadini d'Italia? Coi tribunali speciali della repubblica fascista o coi comandi delle S.S. germaniche? ... Quanti oggi invitano alla concordia, invitano ad una tregua che dia temporaneo riposo alla guerra dell'uomo contro l'uomo. No: è bene che la guerra continui, se è destino che sia combattuta. Rimettere la spada nel fodero, solo perché la mano è stanca e la rovina è grande, è rifocillare l'assassino. La spada non va riposta, va spezzata. Domani se ne fabbricherà un'altra? Non sappiamo. Tra oggi e domani c'è di mezzo una notte ed una aurora".

Ma la vita politica di Marchesi cominciò in giovanissima età, quando si iscrisse al Partito Socialista Italiano e, successivamente, dopo la scissione di Livorno, al Partito Comunista; eletto nell’Assemblea Costituente, Concetto Marchesi è considerato uno dei “padri costituenti”. Fu poi deputato per il Partito Comunista nella prima e nella seconda Legislatura, dal 1948 al 1958.

Martedì 7 giugno, alle ore 17.30, nell’Aula Nievo di Palazzo Bo, via VIII febbraio 2, a Padova, Emilio Pianezzola, professore emerito di Letteratura Latina nell’Università di Padova dal 1974 e autore del libro Concetto Marchesi. Gli anni della lotta (Edizioni Il Poligrafo, 2015), traccerà la vita politica di Marchesi a partire dal proprio saggio. Interverranno Gian Piero Brunetta, professore ordinario di Storia e Critica del Cinema, Vincenzo Milanesi, direttore del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata nell’Università degli Studi di Padova, e lo storico Mario Isnenghi, direttore della collana “Ottonovecento a Padova. Profili, ambienti, istituzioni”, nella quale rientra il volume che verrà presentato.


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