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“Alain Danièlou - Il labirinto di una vita” al cinema Lux

"Alain Daniélou - il labirinto di una vita", dopo la presentazione lo scorso 8 settembre nello spazio della Regione, nel corso della 74° edizione della Mostra del Cinema di Venezia, e al recente festival etnomusicale Immagini e Suoni tenutosi a Firenze, alle 21 del 27 settembre arriva al LUX di Padova, di via F. Cavallotti, alla presenza del regista e con l'introduzione di Sergio Durante, professore di Musicologia e Storia della Musica all'Università di Padova. Il documentario del regista nato a Padova e formatosi a Venezia, Riccardo Biadene, dedicato alla figura emblematica di Alain Daniélou e alla straordinaria vita dell’uomo che ha portato l’India in Occidente, racconta l’avventuroso viaggio musicale, esistenziale e spirituale che Alain – bretone d’origine, figlio di un ministro socialista e con un fratello cardinale, amico di A. Gide e J. Cocteau – intraprende dal 1932, con il compagno fotografo svizzero Raymond Burnier, alla volta dell’India, lasciando un Occidente che non lo soddisfa. Il film ha avuto la world premiere a Visions du Réel in concorso e la prima nazionale al Biografilm. Sono seguite poi proiezioni a Ravenna Festival, al Summermela Festival al Cinema Farnese, Roma, River Film Festival, Padova, Cinema Rossini a Venezia, al Sole Luna Doc Film Festival di Palermo. A ottobre il documentario sarà a Parigi su richiesta e organizzazione dell’UNESCO, a Zurigo la Rietberg Museum, a Lugano al LAC e aLondra al Darbar Festival. Il film sarà poi in tournée nelle principali città indiane (Hyderabad, Jaipur, Dehli, Varanasi, Kolkata, Pune, Mumbai, Bangalore, Chennai).

Il documentario, che è un progetto internazionale, prodotto da FIND e coprodotto da KAMA Productions, parte dalla Bretagna e accompagna lo spettatore in India (Shantiniketan, Varanasi, Chennai, Pondicherry...), a Berlino, Venezia, e Roma, seguendo la storia del francese Daniélou, indologo e musicologo che ha vissuto, soprattutto in India, tra gli anni ‘30 e ‘60 del ‘900. A Benares (ora Varanasi), Daniélou, insieme a Burnier, abita per 15 anni nel palazzo di Rewa, sulle rive del Gange, dove incontra fra gli altri, Eleanor Roosvelt o Roberto Rossellini. Qui Daniélou si dedica allo studio del sanscrito, viene iniziato all’induismo, e studia la musica classica indiana e la Veena a livello professionale. È a quegli anni che si deve la stesura di diversi libri sulla filosofia indù, lo shivaismo e i testi vedici. Dal 1950 è curatore della prima collana di world music classica per l’UNESCO. Nel 1963, di ritorno in Europa, fonda e dirige l’Istituto Internazionale di Studi per la Musica Tradizionale (IITM) a Berlino, e in seguito crea a Venezia l’Istituto Internazionale per gli studi di musica comparata, affinché la musica orientale abbia importanza paritaria rispetto a quella occidentale, e dove tale studio è mantenuto vivo oggi dalla Fondazione Giorgio Cini. E, proprio per raccontare il periodo in cui visse in Laguna il regista è tornato, nella sua città natale, per effettuareparte delle riprese del documentario, sull’Isola di San Giorgio Maggiore. Gli ultimi anni di vita, Alain Daniélou, li trascorre tra Roma, Losanna, Berlino e Parigi, con una certa preferenza per la villa sulle colline di Zagarolo, un paesino vicino a Roma. Musica, danza, religione, tradizione e modernità, scultura e filosofia vengono esplorati in questo documentario attraverso le parole dello stesso Daniélou, tratte dall’autobiografia “La via del labirinto”.

Il registaclasse 1973 ­­– agli inizi della carriera cinematografica co-diresse “Come un uomo sulla terra” con Andrea Segre – è anche il produttore, con la sua Kama Productions del documentario “Aquagranda in crescendo” che racconta il Teatro La Fenice durante la realizzazione di “Aquagranda” – l’opera-evento che commemora i 50 anni dalla terribile alluvione che colpì Venezia il 4 novembre 1966 – diretto da un altro veneziano Giovanni Pellegrini, e trasmesso lo scorso maggio su Rai 5, e passato alle Giornate degli Autori a Venezia74. Biglietto unico: euro 5. Per info: Tel. 049 715596 (Cinema Lux)

Curiosità:

Foto d’Archivio

Il materiale filmato è arricchito dalle preziose foto d’archivio in possesso alla Fondazione FIND, che consiste di circa 9000 scatti originali presi in india tra il 1935 e il 1955 da Alain Daniélou eRaymond Burnier. Viaggiando con una roulotte fatta arrivare apposta dalla California, Daniélou e Burnier sono stati tra i primi occidentali ad aver fotografato i templi indiani, quasi sconosciuti in Occidente all’epoca. Con queste fotografie venne organizzata un’importante esposizione che fece il giro del mondo (Parigi, 1948, Roma, 1949 e New York, Metropolitan Museum, 1949).

Note biografiche del regista:

Classe 1973, cresciuto a VeneziaRiccardo Biadene si laurea con lode in Filosofia a Bologna. Ha scritto e diretto i documentari “Come un uomo sulla terra” (Italia, 2008, cinquina David Donatello, coregia Andrea Segre), “Marino Mazzacurati” (Italia, 2010) e “Azezana, Kabul” (Afghanistan, 2011). Ha lavorato inoltre come direttore di produzione ai film “Per non dimenticare” di M. Avati, “Viaggio segreto” di R. Andò, “L’aria salata” di A. Angelini. È il direttore artistico di FIND – Fondazione India Europa di Nuovi Dialoghi dal 2006 (www. nd.org.in). È stato creatore e direttore artistico dei Festival “Cinema della realtà” (O cine, Roma, 2009), “Portello River Festival” (Padova, 2010-11), Festival di distribuzione CINEMA.DOC (Venezia, Roma, Torino, Firenze, Salina, 2010). Dal 2009 è in giuria per i David di Donatello e Italian Doc. Nel 2016 fonda la KAMA Productions, casa di produzioni audiovisive, musicali e teatrali, con la quale ha coprodotto questo lavoro e prodotto il film documentario “AQUAGRANDA in crescendo”. 


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