Economia

Airbnb, 77 alloggi alle Terme: Federalberghi dichiara guerra al sito che fa affittare ai privati

Boaretto: "Il sommerso sta provocando sempre maggiori rischi per la sicurezza sociale, l'evasione fiscale ed il lavoro in nero, oltre ad un danno d'immagine evidente"

A seguito dei dati pubblicati da Federalberghi in merito alla frangia sommersa del turismo in Italia e dopo le prese di posizione di comuni come Barcellona, Parigi e da qualche giorno New York, verso il sito Airbnb, "che ha vestito con una forma legalizzata la ricettività senza regole", sono stati esaminati i dati relativi a questo tipo di accoglienza - raccolti da Federalberghi nazionale con la collaborazione tecnica di Incipit e Inside Airbnb - anche per quanto concerne il Bacino Termale Euganeo.

I DATI DELLE TERME. Ad agosto 2016, nei comuni di Abano, Montegrotto, Galzignano, Battaglia e Teolo, sono risultati disponibili su Airbnb - il sito che permette di affittare un appartamento o una stanza direttamente da privati - 77 alloggi: il 72,7% era riferito ad interi appartamenti; il 94,8% disponibile per più di nove mesi; il 55,8% gestito da host che mettono in vendita più di un alloggio.

"ABUSIVISMO". "Il sommerso turistico cresce senza sosta ed inquina il mercato - dichiara Emanuele Boaretto, presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto - questi dati, in realtà non ancora allarmanti ed invasivi come in altre destinazioni turistiche, fanno riflettere sul fenomeno della sharing economy, nata con un profilo di integrazione al reddito familiare e divenuta un fenomeno incontrollato, spesse volte affatto familiare, ed in alcuni casi anche pericoloso per l’utente finale. Oltre a vedere ingannato il consumatore, che vive un'esperienza tutt’altro che autenticamente casalinga, ma per lo più artefatta ed imprenditoriale, sono del tutto eluse le norme di tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività, del mercato, alle quali chi offre ricettività è da sempre tenuto a far fronte".

"DISPARITÀ". "La disparità con quelli che sono i doveri degli albergatori è evidente - spiega Boaretto - gli hotel pagano all'anno fino a mille euro a stanza di Imu, e 4 euro al metroquadro di Tari, mentre per quest'ultima le stanze delle abitazioni private versano solo un euro e non pagano la tassa di soggiorno, esimendosi dal collaborare alla promozione del territorio". Per questo, Federelberghi chiede che "vengano definite nuove regole, capaci di mettere a fuoco con chiarezza il fenomeno e contrastare gli abusi".

"DANNO D'IMMAGINE". "Chi ci sceglie per effettuare le cure termali, solitamente predilige rimanere poi in albergo per usufruire appieno dei comfort che forniamo a latere dei trattamenti, in un ambiente caldo tra piscine e saune che completano il momento di benessere, in un contesto di relax e rispetto, in cui avere sempre a disposizione medici, terapisti, massaggiatori e personale qualificato - conclude Boaretto - ci chiediamo se quei pochi turisti che ci frequentano da 'esterni', lasciando i centri termali frettolosamente, a fango appena applicato, per tornare nelle stanze prenotate altrove, possano davvero godere dei benefici fisici che questo tipo di soggiorno in ambiente termale può offrire e non finiscano per rappresentare un danno d’immagine per tutto il comparto a partire dagli stessi aspetti legati alla salute e alla sicurezza".


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