Da un'indagine realizzata da Confapi Padova su 52 aziende cittadine attive sul mercato nazionale, emerge l'agenda delle priorità che le piccole e medie imprese dettano al governo di Enrico Letta per ridare ossigeno al mercato interno. Il 69% chiede di portare subito la tassazione delle imprese al 25% reale, il 53% invoca l’obbligo di consentire l’accesso al credito da parte degli istituti bancari dopo avere verificato garanzie reali e storiche con lo Stato come garante; il 47% chiede che si possa versare l’Iva dopo averla incassata. Stupisce, almeno in parte, che appena il 28% dei rispondenti punti l’indice sull’esigenza di vedersi pagare i crediti vantati dallo Stato per lavori eseguiti entro 30/60 giorni.

NUOVI MODELLI DI BUSINESS. L'indagine rivela anche le strategie adottate dalle piccole e medie imprese per resistere alla crisi: in pole position l’e-commerce e, subito dopo, la forza delle aggregazioni e delle reti fra imprese appartenenti allo stesso comparto merceologico. Fra i servizi di consulenza ritenuti utili per migliorare la presenza commerciale sul mercato italiano, le risposte hanno messo in luce una particolare propensione a ricevere informazioni reali sulla solvibilità dei crediti di potenziali clienti, consulenza tecnica per ottenere una minor influenza della burocrazia e della tassazione, ma anche previsioni economiche a 12-24 mesi per settore merceologico.

LE CONSEGUENZE DELLA CRISI. Entrando nel merito dei contraccolpi legati alla congiuntura economica, l’indagine ha evidenziato come a partire dal 2008 il 37,5% delle aziende rispondenti al questionario abbia ridotto la presenza sul mercato nazionale, mentre un 34% l’abbia mantenuta stabile e quasi 3 imprese ogni 10 l’abbiano aumentata.