Cronaca

"Madre italiana sfrattata", blitz di Riva Destra e forconi a Cadoneghe

Gli attivisti hanno accompagnato in municipio Debora C., disoccupata da 2 anni, con un bambino piccolo di 7: "La domanda per una casa popolare è stata accolta ed è partita la pratica per l'assegnazione"

Il comune di Cadoneghe

Mercoledì mattina, a Cadoneghe, blitz di Riva Destra e del movimento dei "forconi", a sostegno di una madre italiana, Debora C., disoccupata da 2 anni, con un bambino piccolo di 7. Gli attivisti si sono radunati alle 9 per contestare lo sfratto esecutivo disposto nei confronti della donna e fissato per il 26 giugno prossimo.

BLITZ DI RIVA DESTRA E FORCONI. L'azione era stata annunciata il giorno precedente: "Il Comune non riconosce il suo stato di grave difficoltà per accesso emergenziale ad una casa popolare, per supposte burocrazie varie - aveva dichiarato Lorenzo Sartiè, coordinatore provinciale e commissario regionale di Riva Destra - tra l'altro - aveva aggiunto - il Comune stesso non vorrebbe rendere noto quanti saranno gli alloggi messi a disposizione nel bando che scadrà a settembre, pubblicando solo le graduatorie, dove, nei primi 20 posti, 7 sarebbero già riservati a cittadini stranieri".

DOMANDA ACCOLTA. Alle 9.30 di mercoledì, Debora C. è stata accompagnata da Sartiè, da Angelo Spano, coordinatore locale dei forconi, e da una decina di attivisti dei due movimenti, in municipio a Cadoneghe. "Sono rimasti basiti - commenta il coordinatore provinciale di Riva Destra - superato l'imbarazzo, la domanda per una casa popolare è stata accolta ed è partita la pratica per l'assegnazione, non solo: per la sua puntuale ed urgente definizione è stato accordato un appuntamento per discutere della questione con l'assistente sociale". Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri, ma tutto si è svolto pacificamente.

LA REPLICA DEL COMUNE. L’amministrazione comunale di Cadoneghe replica alle accuse di mancato interessamento. "Una concittadina ha chiesto un appuntamento con i nostri servizi sociali, come accade normalmente e senza alcuna dichiarazione di protesta - commenta il sindaco Michele Schiavo - Non è raro che, come in questo caso, la richiesta sia legata a problemi relativi a sfratti o morosità nel   pagamento di affitti. Il nostro personale interviene con la professionalità e la tempestività necessarie e diverse per ciascun caso. Nel colloquio fissato per i primi di maggio verrà quindi incontrata la signora e si cercherà di predisporre un progetto condiviso per affrontare la sua difficoltà. Il servizio sociale, ovviamente, può attivarsi solo dal momento in cui riceve una richiesta o una segnalazione. Per quanto riguarda il timore espresso dalla signora di essere separata dal proprio figlio, inoltre, è importante ricordare che le difficoltà economiche non sono certamente una ragione per spezzare una famiglia. Sono interventi molto dolorosi che, però, maturano in situazioni di rischio e pregiudizio che al minore possono derivare da un contesto familiare non idoneo. Altre situazioni, altre dinamiche".  "Comprendo le motivazioni della signora - interviene Augusta Parizzi, assessore al Sociale - ma tengo a precisare che, prima di ieri, non aveva evidenziato una condizione di emergenza abitativa, ma risulta in graduatoria per l’assegnazione di un alloggio Ater".


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