Cronaca

Banda delle carte clonate Condannato titolare di un noto locale

Un anno (con la condizionale) al proprietario del locale di Maserà, fra i più frequentati della movida estiva. Secondo il giudice accettava transazioni fasulle dividendo gli incassi con i vertici della banda

Carte clonate

Un'organizzazione ben congegnata che vedeva la complicità fra i vertici, specialisti nella clonazione di carte di credito e commercianti ed esercenti che accettavano nei loro negozi o locali pagamenti attraverso transazioni fasulle a patto di riceverne metà degli introiti. Come riportano i quotidiani locali, su queste basi poggiava l'illecito giro d'affari portato a galla da un'indagine della Finanza coordinata a Padova dal pm Benedetto Roberti e finita davanti al gup Lara Fortuna.

Tra i primi a finire in manette, il 17 maggio 2011, uno dei pezzi grossi dell'inchiesta, l’appuntato dei carabinieri Luigi N., all'epoca dei fatti in servizio prima a Piove di Sacco, accusato di associazione a delinquere per la clonazione di carte di credito, frode fiscale e rivelazione di segreti d’ufficio. Ma al termine dell'inchiesta sono stati 12 gli imputati, fra questi solo alcuni sono andati a processo, altri hanno optato per il patteggiamento. Il giudice, con rito abbreviato ha condannato a un anno di reclusione (con la condizionale) e 800 euro di multa Sebastiano D., titolare di un locale di Maserà. Cinque mesi e venti giorni di reclusione (sempre con pena sospesa) e 300 euro di multa poi per Gian Antonio M., proprietario di un negozio di Cittadella. Entrambi, come descritto, avrebbero accettato pagamenti con carte clonate per poi dividerne l'incasso con i promotori del giro illegale.

IL GIRO D'AFFARI. Decine sono le transazioni effettuate con questo sistema nell'arco degli ultimi mesi del 2010. Nel caso del negozio solo una sarebbe risultata andare a buon fine. Servendosi di uno skimmer, la banda avrebbe impresso su tessere fedeltà dell’Ikea o carte di credito scadute, i codici di ignari clienti di banche per lo più americane dai cui conti veniva drenato denaro illecitamente.


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