Cronaca

Armi, distintivi e abiti della polizia e dell'Fbi: un mistero lungo da Padova al Salento

É tutta da chiarire la vicenda a monte dell'arresto di un uomo originario del Padovano. Fermato per un controllo in provincia di Lecce, aveva un armamentario di oggetti falsi

Parte del materiale sequestrato durante l'arresto

Indumenti, mostrine, tesserini della polizia e addirittura dell'Fbi. Tutto contraffatto e custodito insieme a una pistola a salve, tre pugnali, un coltello, un passamontagna, delle manette. É il tesoretto costato l'arresto a Giorgio Padovan, accusato di possesso e fabbricazione di documenti falsi e di porto abusivo di arma.

Il controllo

Il 55enne di origine padovana è stato fermato mercoledì al termine di un controllo per le strade di Lequile, in Salento, dove vive senza una dimora fissa. Era a piedi per le vie del paese quando, incrociando i militari, ha tentato di svicolare. Un atteggiamento che li ha insospettiti e spinti a chiedergli i documenti. Ne è seguita una perquisizione del suo attuale alloggio, l'abitazione di un parente a Lequile.

Gli oggetti sequestrati

Qui, nella sua stanza, è stato trovato l'inquietante materiale. Un arsenale di armi, per cominciare. Una pistola a salve Khimar calibro 8 senza il tappo rosso e con relative cartucce, tre pugnali, un coltello. E poi il passamontagna e le manette, che sulle prime facevano pensare all'armamentario di un potenziale rapinatore. Il resto però è stato ancor più sorprendente. Diversi abiti sportivi con sopra i loghi della polizia di Stato e del Federal Bureau of Investigation (l'Fbi americana), distintivi, stemmi, i gradi del vicequestore e una foto di sé stesso in uniforme da poliziotto, insieme a una medaglia al merito. Tutto materiale sequestrato e giudicato falso già dalle prime verifiche, che gli è costato l'arresto e il trasferimento in carcere. Le indagini si concentrano ora sul chiarire perché Padovan detenesse quegli oggetti e dove se li fosse procurati.


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