Padova da Vivere

Le più belle sculture di Donatello a Padova

Altare Sant'Antonio Padova (foto: wikipedia)

Cinque sono le opere imperdibili di Donatello a Padova. Ecco dove si trovano:

SAN FRANCESCO. San Francesco di Donatello è una delle statue bronzee a tutto tondo che decorano l'altare di Sant'Antonio da Padova nella basilica del Santo a Padova. Misura 147 cm di altezza e risale al 1446-1453. L'opera fa parte delle sette statue a tutto tondo che decorano l'altare, che venne realizzato durante il soggiorno padovano del grande scultore fiorentino. La statua venne fusa con la tecnica della cera persa tra la seconda metà del 1446 e la partenza dell'artista da Padova, nel 1453. Le opere vennero ritoccate per molto tempo, ben oltre la partenza di Donatello: se ne ha notizia fino al 1477. Poiché la struttura architettonica originale andò distrutta sul finire del XVI secolo, la versione che oggi si vede è una ricostruzione controversa dell'architetto Camillo Boito del 1895. I santi disposti attorno al suo trono della Madonna col Bambino formavano così una sorta di Sacra conversazione scultorea, nel prezioso materiale del bronzo. San Francesco d'Assisi è ritratto in piedi, e fa pendant con l'altro frate, Sant'Antonio da Padova. Di solito vengono collocate come le due figure più vicine al centro, per la preminenza di Antonio da Padova a cui era dedicata la grande basilica. San Francesco è ritratto come un uomo maturo, differentemente dall'iconografia tradizionale che lo ritrae giovane, e ha in mano un libro e un crocifisso. Le ferite delle stimmate sulle mani (frutto di un ritocco posteriore), appena visibili, sono l'unico attributo tradizionale che lo caratterizzano, oltre naturalmente all'abito ed alla chierica. Le due statue sono prive di accenni di movimento e evitano le caratterizzazioni tese nell'espressività, un tratto comune anche alle altre statue dell'altare.

CRISTO MORTO. Il Cristo morto è un rilievo bronzeo di Donatello facente parte della decorazione dell'altare della basilica del Santo a Padova. Il pannello venne fuso con la tecnica della cera persa tra la seconda metà del 1446 e la partenza dell'artista da Padova, nel 1453. Le opere vennero ritoccate per molto tempo, ben oltre la partenza di Donatello: se ne ha notizia fino al 1477. Poiché la struttura architettonica originale dell'altare andò distrutta sul finire del XVI secolo, la versione che oggi si vede è una ricostruzione controversa dell'architetto Camillo Boito del 1895. Il rilievo del Cristo morto si trovava forse sotto la Madonna col Bambino ed anche oggi è stato collocato in posizione centrale nell'altare ottocentesco. Su uno sfondo preziosamente cesellato con tondi ed altri motivi geometrici, due angeli reggono una cortina, davanti alla quale sta il Cristo morto in piedi, secondo l'iconografia medievale. Il suo corpo è ben calibrato, ma non ha i tratti duri ed espressivi del vicino Crocifisso a tutto tondo, realizzato pochi anni prima dell'altare. La sua testa e piegata a sinistra, ma non raggiunge l'intensità patetica di altre opere, essendo improntata a un'espressione di maggior compostezza, dove spiccano solo gli occhi incavati e la bocca leggermente dischiusa. Più rattristati appaiono i due angeli, le cui ali invadono la cornice esterna. Essi hanno un piede sulla lastra della deposizione e tengono la tenda con una mano (in realtà la accarezzano semplicemente, non la afferrano) e con l'altro gomito piegato tengono fermo un lembo, mentre la mano corrispondente è appoggiata in un gesto di sorpresa sulla guancia. L'angelo di destra, con la bocca spalancata, appare più colpito dal lutto, mentre quello di sinistra ha gesti più moderati e sembra preso da un pianto silenzioso.

SANT'ANTONIO DA PADOVA. Sant'Antonio da Padova di Donatello è una delle statue bronzee a tutto tondo che decorano l'altare di Sant'Antonio da Padova nella basilica del Santo a Padova. Misura 145 cm di altezza e risale al 1446-1453. L'opera fa parte delle sette statue a tutto tondo che decorano l'altare, che venne realizzato durante il soggiorno padovano del grande scultore fiorentino. La statua venne fusa con la tecnica della cera persa tra la seconda metà del 1446 e la partenza dell'artista da Padova, nel 1453. Le opere vennero ritoccate per molto tempo, ben oltre la partenza di Donatello: se ne ha notizia fino al 1477. Poiché la struttura architettonica originale andò distrutta sul finire del XVI secolo, la versione che oggi si vede è una ricostruzione controversa dell'architetto Camillo Boito del 1895. I santi disposti attorno al suo trono della Madonna col Bambino formavano così una sorta di Sacra conversazione scultorea, nel prezioso materiale del bronzo. Sant'Antonio da Padova è ritratto in piedi, e fa pendant con l'altro frate, San Francesco. Di solito vengono collocate come le due figure più vicine al centro, per la preminenza di Antonio da Padova a cui era dedicata la grande basilica. Sant'Antonio è ritratto come un giovane abbigliato alla francescana, con in mano il giglio della purezza e un libro. Le due statue sono prive di accenni di movimento e evitano le caratterizzazioni tese nell'espressività, un tratto comune anche alle altre statue dell'altare.

CROCIFISSO (BASILICA DEL SANTO). Il Crocifisso della basilica del Santo è un'opera bronzea di Donatello conservata sull'altare maggiore della basilica di Sant'Antonio da Padova a Padova. Misura 180x166 cm e venne realizzata dal 1444 al 1447. L'opera fu probabilmente la prima commissione importante di Donatello a Padova. Fu forse proprio l'allettante proposta di poter lavorare con il difficile e costoso bronzo che fece partire Donatello da Firenze per Padova, nel 1443. Si conoscono abbastanza bene le vicende della realizzazione dell'opera: nel 1444 venne acquistata la cera per il modello e nel 1467 l'opera veniva esposta in basilica, mentre nel 1449 veniva pagata l'ultima rata del compenso dell'artista. Il Crocifisso non era probabilmente destinato all'altare e in ogni caso non faceva parte del complesso realizzato da Donatello negli anni successivi. Esso si trovava piuttosto al centro del coro, alla cui recinzione lavorò in quegli stessi anni. La scultura venne sommamente apprezzata, tanto che in seguito, dal 1446, i frati decisero di affidare una commissione ancora più importante a Donatello, la realizzazione dell'altare maggiore, al quale lavorò fino al 1450. L'unica opera bronzea di questa monumentalità fusa dall'artista fino ad allora era il San Ludovico di Tolosa, del 1423-1425. Originariamente Donatello aveva creato una figura nuda, sulla quale apporre magari un perizoma tessile. L'attuale perizoma bronzeo è un'aggiunta del periodo barocco. La figura del Cristo è modellata con grande attenzione nella resa anatomica, nelle proporzioni e nell'intensità espressiva, acutizzata da un taglio secco e asciutto della muscolatura dell'addome. Il capo reclinato lateralmente e la tensione del corpo esprimono efficacemente i tormenti del martirio subiti. La testa è un capolavoro per la resa nei minimi dettagli, con i peli della barba e i capelli minuziosamente modellati e per la straziante ma composta emotività della sofferenza nel momento vicino alla dipartita terrena. Le guance sono consunte e gli occhi scavati profondamente, la bocca è aperta come a spirare l'ultima esalazione. Ma il crocifisso padovano evita completamente le notazioni di esasperato realismo del Crocifisso "contadino" scolpito negli anni giovanili, creando una figura atemporale, che rispetta, a differenza del crocifisso fiorentino, i basilari canoni classici della scultura antica.


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