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Uno studio sul Dna apre la via per nuovi bersagli terapeutici: la scoperta targata Unipd

A compierla un team di ricercatrici tutto al femminile guidato dalla professoressa Sara Richter dell’Università di Padova: «Visto il coinvolgimento in ruoli chiave della biologia cellulare, iMs e G4s rappresentano nuovi bersagli terapeutici per diverse e rilevanti patologie umane, quali cancro, malattie infettive e neurodegenerative»

L’informazione genetica di ogni cellula è contenuta nel DNA. Watson e Crick nel lontano 1953 hanno dimostrato che esso assume una struttura a doppia elica. Numerosi studi susseguitosi negli anni, hanno provato che la struttura del DNA è molto più dinamica di quanto inizialmente ritenuto. Infatti, può assumere conformazioni alternative alla doppia elica, definite come strutture “non canoniche”.  Fra queste, i-Motifs (iMs) e G-quadruplexes (G4s) sono strutture a quattro filamenti che si possono formare in particolari regioni del DNA in base alla sua composizione. Ad oggi i G4s sono stati caratterizzati molto di più degli iMs: per questi ultimi si è ritenuto a lungo che non potessero essere presenti nelle cellule in quanto la loro formazione si è sempre verificata solo in condizioni acide ed in provetta.

Dna

Nel lavoro "Genome-wide mapping of i-motifs reveals their association with transcription regulation in live human cells" pubblicato come breakthrough article in "Nucleic Acids Research", un team di ricercatrici tutto al femminile guidato dalla professoressa Sara Richter dell’Università di Padova dimostra per la prima volta che gli iMs, così come i G4s, non solo sono presenti in cellule umane vive, e quindi in condizioni non acide, ma anche che esplicano una funzione di controllo nell’espressione di geni cellulari. «Nel nostro lavoro abbiamo evidenziato come la presenza di iMs e G4s sia una caratteristica intrinseca di ogni linea cellulare e quindi come queste strutture controllino importanti funzioni cellulari – spiegano Irene Zanin ed Emanuela Ruggiero, del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova e prime autrici dello studio -. Visto il coinvolgimento in ruoli chiave della biologia cellulare, iMs e G4s rappresentano nuovi bersagli terapeutici per diverse e rilevanti patologie umane, quali cancro, malattie infettive e neurodegenerative.»


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