Attualità

Gioco d'azzardo patologico, al via a Padova la settimana di prevenzione dalle dipendenze

Dall’11 al 15 marzo si alterneranno dibattiti, incontri con gli esperti e presentazioni che spazieranno dall’uso consapevole della tecnologia alla salute psicologica, dall’educazione alla gestione del denaro, dalla filosofia alle neuroscienze e alle relazioni di cura

L’Ulss 6 Euganea promuove, tra l’11 e il 15 marzo, la seconda edizione della Settimana della prevenzione delle dipendenze comportamentali e del disturbo da gioco d’azzardo patologico dal titolo “Cambio Gioco - Giochiamo a essere umani”. L’evento, che gode del patrocinio della Regione del Veneto e del Comune di Padova, si inserisce nel paniere di azioni del progetto Cambio Gioco, finanziato dal Ministero della Salute che prevede, tra i suoi obiettivi prioritari, azioni mirate alla sensibilizzazione e alla promozione della consapevolezza di problematiche connesse al gioco d’azzardo patologico.

Inconti gratuiti

In calendario quindici incontri gratuiti che si terranno nella Sala della Carità di Padova (in presenza e trasmessi su www.facebook.com/cambiogiocoulss6 e su www.youtube.com/@ulss6euganea938) con relatori di altissimo profilo nazionale e internazionale: Marco Crepaldi (psicologo, formatore, saggista, divulgatore scientifico, presidente fondatore dell’associazione Hikikomori Italia che si occupa di isolamento sociale volontario cronico giovanile), Mauro Croce (psicologo, psicoterapeuta, criminologo), Anna Franceschini (psichiatra, psicoterapeuta), Maurizio Fiasco (filosofo, sociologo, membro dell’Osservatorio sul contrasto al gioco d’azzardo e alla dipendenza grave presso il Ministero della Salute), Michele Fioretto (vicequestore aggiunto della Polizia di Stato in servizio presso il Centro operativo per la sicurezza Cibernetica Veneto di cui è vicedirigente), Umberto Galimberti (già professore ordinario di Antropologia culturale, filosofia della storia, psicologia generale e psicologia dinamica all’Università di Venezia, scrittore, autore unico del Nuovo Dizionario di psicologia, psichiatria, psicoanalisi e neuroscienze), Gianluca Gini (professore ordinario di Psicologia dello sviluppo all’Università di Padova, esperto di relazioni tra pari, bullismo e cyberbullismo), Marco Grollo (educatore, formatore e fondatore dell’associazione MEC Media Educazione Comunità), Leopoldo Grosso (psicologo, psicoterapeuta, presidente onorario Gruppo Abele), Marco Gui (direttore del Centro di ricerca Benessere Digitale nel Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università di Milano-Bicocca), Matteo Lancini (psicologo, psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro di Milano), Anna Lembke (docente di Psichiatria alla Stanford University, leader riconosciuta a livello internazionale nel trattamento e nell’educazione alla medicina delle dipendenze), Marina Miscioscia (psicologa, psicoterapeuta), Sabrina Molinaro (dirigente di ricerca Istituto Fisiologia clinica, coordinatrice europea dell’European School Survey on alcohol and others drugs), Piergiorgio Odifreddi (matematico, logico, saggista, vincitore del Premio Galileo per la divulgazione scientifica nel 2011), Alberto Pellai (medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva, medaglia d’argento al merito in Sanità pubblica dal Ministero della Salute), Sergio Sorgi (sociologo, esperto di welfare ed economia personale, presidente di eQwa, Impresa Sociale), Alessio Vieno (professore ordinario Università di Padova, docente di Psicologia di comunità), Gabriele Zanardi (psicologo, psicoterapeuta, coordina progetti di prevenzione per il dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri). 

I dati

Nel corso del 2022 sono stati circa 20 milioni gli italiani tra i 18 e gli 84 anni di età che hanno giocato d’azzardo. Tra loro, 800.000 persone mostrano un rischio moderato/severo di sviluppare Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) con una ripartizione di genere rispettivamente del 2,8% degli uomini e dello 0,6% delle donne. I giocatori con profilo di rischio sono prevalentemente di genere maschile (M/F 4:1) e under 40. Per quanto riguarda la nostra regione, una rilevazione che ha interessato tutti i Dipartimenti per le Dipendenze del Veneto, ha evidenziato che nel 2022 risultavano in carico ai Servizi per le Dipendenze 1.419 utenti con disturbo da gioco d’azzardo patologico, di questi il 16% era rappresentato dagli utenti dell’Ulss 6 Euganea.

Gioco d'azzardo

Spiega la dottoressa Arianna Camporese, medico psichiatra, responsabile scientifico di Cambio Gioco: «Una quota consistente di giocatori dal gioco fisico (in sale gioco, bar, tabacchi, etc) si è spostata su quello on line: dal 2012 al 2022, il gioco d’azzardo a distanza ha registrato un incremento del 423%. Il trend in diminuzione del gioco fisico rappresenta, probabilmente, un effetto a lungo termine della pandemia, unito alla titubanza dei cittadini affetti da Disturbo da Gioco d’Azzardo a rivolgersi ai servizi, se non quando la situazione è molto grave. Al Dipartimento Dipendenze dell’Ulss 6 Euganea gli utenti in carico sono circa 250 di cui, nel 2023, 79 nuovi utenti (68 uomini e 11 donne), per la maggior parte soggetti con un diploma di scuola primaria di primo grado, coniugati e un lavoro da dipendente. Chi si rivolge ai servizi sanitari, ammettendo di aver bisogno di aiuto, rappresenta però all’incirca il 3% delle persone che presentano questo disturbo. Si stima infatti che a soffrire di disturbo da gioco d'azzardo tra Padova e provincia siano oltre 8.000 persone, che non “emergono” per paura, vergogna, stigma». Sottolinea il dottor Vito Sava, direttore del Dipartimento Dipendenze ff, Direttore UOC Alta e Bassa Padovana: «Sappiamo che i giocatori che chiedono aiuto rappresentano solo una minima parte, e i motivi sono molteplici: si tratta di una patologia sommersa, i soggetti spesso non riconoscono di avere un problema, lo minimizzano o lo nascondono. Esiste poi uno stigma verso queste patologie, che spesso non vengono riconosciute come veri problemi di salute, ma vizi e quindi debolezze. Questa vision spesso non è solo dei pazienti, ma anche dei familiari e dell’opinione pubblica in generale. I giocatori on line, poi, presentano tempi maggiori di latenza prima di accedere ai Servizi: si rivolgono a noi in modo tardivo, quando il quadro clinico si è cronicizzato, con situazioni debitorie gravissime e dal punto di vista della salute mentale insorgenza di disturbi psichiatrici e rischio suicidario. Esiste poi una forte associazione tra disturbo da gioco d’azzardo e utilizzo di altre sostanze come alcol, cocaina e tabacco. Questo comporta tempi più lunghi di presa in carico, necessità di ospedalizzazioni, assenze dal lavoro, problemi economici con gravi conseguenze per il paziente affetto, per la sua famiglia e per la società in toto».

Ulss 6 Euganea

«La scorsa edizione della manifestazione ha riscosso grande interesse nella popolazione e tra gli operatori del settore, tanto da spingerci a riproporre l’evento nel 2024. “Giochiamo a essere umani” si caratterizza - evidenzia il direttore sociosanitario dell’Ulss 6, Maria Chiara Corti - per una serie di incontri rivolti alla popolazione generale, in particolare agli studenti degli Istituti Superiori e agli universitari, alle famiglie, agli insegnanti, agli educatori, agli assistenti sociali e operatori sanitari e più ampiamente a chiunque abbia interesse verso il campo del benessere e della prevenzione di problematiche che oggi più che mai rappresentano delle sfide importanti per la crescita e il benessere dei cittadini. Gli eventi mirano a stimolare nella cittadinanza un pensiero consapevole e partecipato su tematiche di grande interesse: dall’uso consapevole della tecnologia, sia da parte degli adulti che dei più giovani, alla salute psicologica, all’educazione, alla gestione del denaro, alla filosofia, alle neuroscienze e alle relazioni di cura». Conclude Paolo Fortuna, direttore generale dell'Ulss 6 Euganea: «I numeri ci dicono che in Italia il gioco d’azzardo in tutte le sue forme, legali e illegali, è un fenomeno che comporta imponenti costi sociali, in quanto: causa gravi crisi familiari, indebitamento e usura, favorisce la criminalità e genera dipendenza patologica. La realizzazione di progetti come Cambio Gioco, per la prevenzione, cura e riabilitazione del Gioco d’azzardo patologico è fondamentale per sensibilizzare la popolazione a riconoscere comportamenti di gioco a rischio, e risulta determinante sia per aiutare la popolazione a compiere scelte più consapevoli sia per sviluppare policy adeguate al contrasto in collaborazione con gli steakeholder del territorio».


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