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Coronavirus, Ulss 6 Euganea: «Pronti a riconvertire altri reparti se dovesse servire»

Punto stampa dell'Ulss 6 Euganea sull'andamento della pandemia: «Come posti letto occupati siamo ancora nella Fase 4, ma pian pianino nel corso delle ultime settimane questa curva si avvicina sempre più verso la Fase 5, il che vorrebbe dire convertire altri reparti in base ai piani di attivazione regionali»

Punto stampa dell'Ulss 6 Euganea sull'andamento della pandemia.

Domenico Scibetta

Domenico Scibetta, direttore generale dell'Ulss 6 Euganea: «Inizierei sottolineando un dato significativo: il numero medio giornaliero di nuovi casi nell'ultima settimana è di 602. Ciò vuol dire che il virus purtroppo sta facendo il suo lavoro, approfittando di chi sta vicino vicine nelle piazze, nei bar e nei locali e diffondendosi, a danno dei sistemi sanitari, che soffrono una pressione importante e sono messi duramente alla prova. Sono sotto stress, tanto che negli ospedali di nostra competenza ci sono ricoverati al momento 385 pazienti affetti da Coronavirus di cui 46 in terapia intensiva. Prendiamo, ad esempio, la terapia intensiva di Schiavonia: nei primi ottanta giorni della prima ondata ha ospitato complessivamente 49 pazienti, mentre nei primi 80 giorni della seconda ondata i pazienti complessivi sono stati fino a questo momento 71. La curva non sta scendendo, non siamo nella fase declinante, siamo ancora lì. I posti letto? Siamo ancora nella Fase 4, ma pian pianino nel corso delle ultime settimane questa curva si avvicina sempre più verso la Fase 5, il che vorrebbe dire convertire altri reparti in base ai piani di attivazione regionali. Nelle case di riposo ci sono al momento 677 ospiti positivi su 4.419, ovvero il 15,32%, mentre sempre per quanto riguarda le Rsa abbiamo 88 operatori sanitari e socio-sanitari positivi e altri 205 in isolamento fiduciario domiciliare su un totale di 3.564. La contaminazione, poi, è abbastanza diffusa perché sono coinvolte 25 strutture sulle 37 presenti nel territorio. Questa volta non farò appelli al senso civico perché mi sono accorto che sono parole che cadono nel vuoto dato che assistiamo a comportamenti assolutamente contrari al buon senso e che non sono da aiuto per la sanità»

Patrizia Benini

Patrizia Benini, direttore sanitario dell'Ulss 6 Euganea: «Stiamo affrontando la pandemia su tre fronti: quello ospedaliero, quello del territorio per quanto riguarda l'assistenza domiciliare e quello di cui si occupa il dipartimento di prevenzione tra sorveglianza e monitoraggio. Stiamo tenendo ma lentamente stiamo arrivando a superare la fase 4 di emergenza avvicinandosi alla fase 5, il che vuol dire che il numero di posti letto da mettere a disposizione per i pazienti Covid sarebbe ancor più elevato e modificherebbe ulteriormente il modello organizzativo degli ospedali: in poche parole le aree di attività non-Covid che oggi sono ancora funzionanti all'interno degli ospedali saranno sempre più centralizzate e convergeranno verso l'hub e l'azienda ospedaliera, come da programma regionale. Nei nostri ospedali di Camposampiero, Cittadella, Piove di Sacco e Schiavonia stiamo al momento garantendo le attività relative ai punti nascita ma anche quelle traumatologiche, oncologiche e di cardiologia che non possono essere chiuse perché impatterebbero sulle condizioni di salute dei singoli pazienti. Più andiamo avanti, però, e più ci vediamo costretti a riconvertire reparti e in tempi brevi: ci stiamo preparando secondo il piano ospedaliero regionale a convertire reparti di area chirurgica in reparti pronti ad accogliere pazienti Covid. Molte sedute operatorie sono comunque garantite negli ospedali, penso ad esempio a quelle di urologia, chirurgia e ortopedia, ma con gli anestesisti che devono essere dirottati sui posti letto di terapia intensiva l'attività andrà ulteriormente rivista. Al momento abbiamo in terapia intensiva 51 letti attivati su quattro diversi ospedali, e alle ore 9 di oggi ne erano occupati 46. L'attività ambulatoriale è tendenzialmente mantenuta, ma negli ospedali registriamo una contrazione e a volte una riduzione importante a seconda di quanto personale medico viene dirottato all'interno dei percorsi Covid. Dal 10 novembre al 10 dicembre avevamo 26.000 persone che avevano prenotato prestazioni ambulatoriali: di queste ne sono state erogate 15.000 e riprogrammate 3.200, il che vuol dire un calo ma non il blocco tipico della prima ondata tanto che stiamo anche recuperando pazienti ancora in attesa proprio dalla prima ondata. Al momento su 7.100 dipendenti dei nostri ospedali ci sono 203 positivi, di cui 21 medici».

Lorena Gottardello

Lorena Gottardello, Dipartimento di Prevenzione, fa infine il punto sulle scuole: «Da metà settembre abbiamo seguito 1.128 classi con positivi, con quasi tutte le scuole ormai coinvolte, e ogni giorno continuamo a ricevere in media quasi 30 segnalazioni di nuovi casi tra cui soprattutto ragazzi ma anche personale scolastico. Sempre da metà settembre abbiamo seguito in tutto 22.193 studenti, sia positivi che in isolamento in quanto contatto stretto, e 4.234 operatori scolastici tra personale docente e non docente. Al momento abbiamo circa 100 studenti e 40 operatori scolastici ancora positivi».


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