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Sospensione dell’acconto sul premio di risultato ai sanitari all’Ulss 6 Euganea: la contrarietà della Cgil

Fp Padova: «Una decisione che ignora le difficoltà economiche del momento e mortifica lavoratrici e lavoratori che la pandemia ha sottoposto per anni a pesantissimi carichi di lavoro». Sul piede di guerra anche la consigliera regionale Elena Ostanel

«Una decisione unilaterale di Regione Veneto, arrivata su parere dell’ Aran, che poteva essere mitigata come hanno fatto altre Regioni, ad esempio l’Emilia Romagna». Un’autentica doccia fredda che arriva in un momento difficile per tutti coloro che vivono grazie ad un lavoro, a maggior ragione se pensiamo che si tratta di una decisione che va a colpire coloro che negli anni della pandemia hanno svolto un ruolo fondamentale nella lotta al Covid e appartenenti ad un mondo, quello della sanità pubblica, che negli ultimi anni vede un’emorragia costante di personale che si sposta verso il settore privato. Stiamo parlando della sospensione dell’acconto di produttività destinato ai dirigenti medici e sanitari dell’Ulss 6 Euganea e che si concretizzerà in una cifra (dai 190 ai 260 euro a seconda dei casi) che dal prossimo mese sparirà dalla loro busta paga.

Aran

«Una decisione unilaterale di Regione Veneto – dicono Alessandra Stivali, Raffaela Megna e Giovanni Campolieti della FP Cgil Padova – presa su un parere dell’Aran (acronimo di Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) che si ripercuote sulle lavoratrici e lavoratori della sanità che dal prossimo mese non si vedranno più in busta l’acconto mensile di produttività che invece gli verrà elargito, in un’unica soluzione, a fine anno. Acconto che, peraltro, per i dirigenti dell’area Tecnico Amministrativo, è già stato tolto questo mese  Come FP Cgil esprimiamo tutta la nostra contrarietà a questa decisione perché va a colpire un mondo, quello della sanità, già segnato e mortificato dalla condizione post pandemica e che sta vivendo un momento di forte crisi dovuto ad una conclamata carenza di organico, ormai sotto gli occhi di tutti».

Le cifre

«Si tratta di una cifra – proseguono i sindacalisti della FP Cgil Padova – che varia dai 190 ai 260 euro mensili a dirigente, che in questo momento di forte incertezza e crisi economica, facevano comodo e che invece verranno elargiti l’anno prossimo. Si badi però che quegli obiettivi sono già stati raggiunti e che si tratta di una misura che manca di qualsiasi ragione dato che non è praticamente mai successo che un dipendente, a fine anno, ricevesse acconti per una cifra superiore agli obiettivi prefissati. Cosa, peraltro, a cui si potrebbe facilmente rimediare, trattenendo gli stessi importi dalle buste paga successive»

I 3 mesi

«Secondo noi – dicono Stivali, Megna e Campolieti – questa era una decisione che poteva benissimo venir procrastinata o mitigata, esattamente come hanno fatto altre Regioni, ad esempio l’Emilia Romagna che ha dato delle indicazioni affinché venissero istituiti degli obiettivi intermedi, disposti ogni 3 mesi, dando così la possibilità di procedere all'erogazione di queste quote trimestralmente. Il Veneto non ci ha minimamente pensato ed ora tutte le amministrazioni dovranno obbligatoriamente recepire il parere dell’Aran. Infine – concludono i tre sindacalisti della Cgil – vogliamo sottolineare che questa decisione giunge in un momento in cui il CCNL della dirigenza medica e sanitaria non è ancora stato rinnovato e quindi non abbiamo nessuna voce contrattuale di miglioramento economico in grado di compensare l’assenza dell’acconto di produttività. Insomma: si tratta dell’ennesima decisione che non fa che aggravare la condizione di chi lavora nel pubblico, dando un’ulteriore spinta al suo abbandono a favore del settore privato, dove, non a caso queste cose non avvengono mai».

Ostanel

«Trovo inaccettabile che si sia deciso, sulla base di un parere Aran non vincolante, di bloccare l’anticipo del 50% relativo al premio di risultato che fino a poco tempo fa veniva erogato mensilmente nelle buste paghe dei medici. Un blocco che adesso rischia di essere applicato da tutte le Ulss regionali. La Regione deve intervenire subito e per questo ho presentato, con il sostegno di tutta l’opposizione in Consiglio, una interrogazione urgente all’assessore Lanzarin - esordisce Elena Ostanel, consigliera regionale del Veneto che Vogliamo - .La situazione del personale sanitario nelle strutture pubbliche è preoccupante: i dati dimostrano che ci sono troppi medici dimissionari dal pubblico perché costretti a lavorare più di quanto dovrebbero e sottoposti a forte stress psico-fisico, specie a seguito della pandemia. Quello che sta accadendo con i medici a gettone nei pronti soccorsi fa capire che se vogliamo sostenere davvero la sanità pubblica dobbiamo garantire condizioni di lavoro dignitose a chi decide di lavorare nella sanità pubblica, non farlo scappare. Per questo abbiamo presentato una interrogazione urgente alla Giunta Regionale perché la Lanzarin venga in aula a riferire se ha intenzione di intervenire come ha fatto l’Emilia-Romagna. Basterebbe dare mandato alle proprie Ulss per obiettivi trimestrali, cosi da trovare tutte le forme possibili per incentivare i medici a rimanere all’interno del servizio pubblico invece che portarli a fare altre scelte» conclude Ostanel.


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