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Casa Breda, i dem: «La salute dei fragili non è in vendita. La Regione scongiuri la privatizzazione»

Visita del sindaco Giordani e dei consiglieri Berno e Barzon: «Un’occasione per raccogliere ancora una volta la preoccupazione di tutti coloro che hanno a cuore questa struttura sul rischio che passi ai privati»

La visita di Giordani e Berno a Casa Breda

In occasione del 60° anniversario della Fondazione della Parrocchia di Santo Stefano Re d’Ungheria ha presenziato alla celebrazione della parrocchia il Sindaco e il Vescovo di Padova. Dopo la celebrazione una piccola delegazione con il Sindaco Sergio Giordani e il Vescovo Claudio Cipolla ha visitato la vicina Casa Breda – struttura che accoglie pazienti affetti da sclerosi multipla e Sla. Un momento molto intenso per incontrare gli attuali 23 pazienti e per rendersi conto di quanto importante e funzionale sia questa struttura gestita dall’Ulss 6 e quindi di competenza regionale e per cui il Comune all'epoca spese 1,3 miliardi delle vecchie lire.

Rischio privatizzazione

«Un’occasione per raccogliere ancora una volta la preoccupazione di tutti coloro che hanno a cuore questa struttura sul rischio che passi ai privati - raccontano Gianni Berno ed Anna Barzon, consiglieri comunali del Pd - . Un rischio concreto perché l’Ulss6 ha in gestione un servizio che è ospitato presso una struttura che era di proprietà della Ipab Fondazione Breda, che è fallita e i cui beni tra cui la struttura di Casa Breda a Brusegana in Via Eulero sono all’asta. Sin qui varie aste per questa struttura sono andate deserte, ma se qualche privato – come vari rumors raccontano – fosse interessato a partecipare e si aggiudicasse la struttura? La proprietà di Casa Breda deve rimanere pubblica perché è stata fondata da una Ipab (Fondazione Breda), è stata finanziata con fondi pubblici tra cui il Comune di Padova, ed è una struttura rispondente a scopi statutari di ente pubblico, la IPAB, quindi un patrimonio indisponibile. Invece si è seguito il percorso di fallimento del privato e non del pubblico e dunque ecco la decisione di mettere all’asta il bene con la possibilità che possano partecipare anche privati».

Il Pd

«Il passaggio in mani private è una prospettiva da scongiurare e su cui la Regione deve impegnarsi a fondo, come peraltro più volte richiesto dal nostro Consiglio Comunale con varie mozioni approvate e su cui anche il Sindaco Giordani si sta impegnando a tutela di questi nostri cittadini - continuano gli esponenti dem - .La stessa comunità parrocchiale di Santo Stefano d’Ungheria è in stato di allarme e tiene costantemente informata anche la Congregazione dei Servi della Carità – Opera don Guanella che il 9 ottobre 1996 donò alla IPAB Pia Fondazione Vincenzo Stefano Breda l’appezzamento di terreno a Padova in zona Brusegana (via Eulero/Riccati), dove ora sorge Casa Breda. La donazione modale a favore della Fondazione Breda aveva, e ha, il precipuo interesse di assicurare servizi di assistenza alle persone disabili, tanto che nell’atto di donazione si esplicita che l’edificio che si sarebbe costruito sopra al terreno deve essere adibito a Residenza Sanitaria Assistenziale a favore di persone affette da sclerosi multipla e, in mancanza, a favore di persone portatrici di altre disabilità fisiche».

La Fondazione

«La Fondazione Breda, dal 1997 al 1999, ha realizzato l’opera e mantenuto gli impegni assunti con la donazione riguardo l’avvio della struttura per disabili. Dall’anno 2000 assistiamo alle vicende amministrative e giudiziarie che hanno coinvolto gli organi di guida della Fondazione e, dopo 23 anni, vedendo questa struttura all’asta senza che sia ancora stata acquisita dalla Regione attraverso l’Ulss6, non possiamo nascondere una profonda preoccupazione per il futuro di un servizio rivolto a pazienti dell’intera Regione. In questi anni più volte la cittadinanza si è mobilitata con varie iniziative per tutelare Casa Breda con petizioni, manifestazioni, mozioni in consiglio comunale, interrogazioni in Consiglio Regionale, incontri con la Commissione regionale che si occupa di sanità. Certamente il tema verrà portato nuovamente all’attenzione dell’opinione pubblica con un passaggio ancora una volta nelle commissioni del Consiglio comunale e regionale perché non possiamo assistere passivamente ad un lento e inesorabile scivolamento verso la privatizzazione della proprietà. Non possiamo dimenticare che il Comune di Padova ha contribuito alla realizzazione di questa struttura erogando dal 1995 al 1997 una somma complessiva di oltre 1,3 miliardi di lire pari a 683.000 euro. E’ tempo che la Regione prenda in mano la situazione e cerchi con determinazione di acquisire la proprietà della struttura e mantenere la gestione del servizio, che certamente risponde alle finalità per cui questa struttura è sorta con l’impegno e il contributo di realtà pubbliche e religiose. Invitiamo il Presidente Zaia a visitare Casa Breda e toccare con mano l’importanza di questa struttura, così come ha fatto due settimane fa il Sindaco Giordani».


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